PREVIDENZA: Alla guerra dei contributi (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Eppi, Epap, Inarcassa e Cipag scrivono al governo sul Codice appalti
Alla guerra dei contributi
Società di professionisti e di ingegneria favorite

Gli enti di previdenza scendono in campo per colmare le lacune del nuovo Codice dei contratti pubblici. Ed è battaglia aperta sui contributi. Se non sarà aggiustato il tiro sugli obblighi contributivi delle società di professionisti e di ingegneria, sulla possibilità di intervento sostitutivo da parte della stazione appaltante, in tema di Durc e certificato di regolarità contributiva e sui requisiti di accesso alle gare, saranno a rischio i saldi previdenziali. Questo l’sos lanciato ieri congiuntamente dalla Cipag (ente geometri), dall’Epap (ente pluricategoriale), dall’Eppi (periti industriali) e da Inarcassa (ente architetti e ingegneri), tramite una lettera inviata direttamente al governo. Iniziativa che ha trovato non solo il favore dell’Adepp (associazione che riunisce gli enti di previdenza) guidata da Alberto Oliveti che ha sottolineato come «le casse abbiano fatto bene, al fine di conservare un sistema pensionistico sostenibile, a lanciare un appello al governo sulle potenziali lacune normative che potrebbero consentire alle società di eludere gli obblighi contributivi», ma anche dalla vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera Serena Pellegrino (Si): «Bene hanno fatto le Casse professionali. Il nuovo Codice degli appalti deve garantire a tutti i soggetti operatori gli stessi diritti, ma soprattutto gli stessi doveri».
Le priorità. Chiudere ogni possibile via di fuga per le società di ingegneria e di professionisti in merito all’elusione degli obblighi contributivi. «La nuova normativa», si legge nella lettera inviata dagli enti, «ha omesso ogni riferimento al versamento del contributo integrativo del 4% da parte delle società all’ente previdenziale di riferimento e la mancata imponibilità dei corrispettivi di progettazione in capo alle società, infatti, produrrebbe degli squilibri sia sui bilanci degli enti sia sui saldi previdenziali». Per questo le casse chiedono che, attraverso le linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione in fase di elaborazione, «sia introdotto l’obbligo al pagamento del contributo da parte di tali strutture societarie. L’attività professionale, infatti, deve essere considerata, ai fini contributivi, oggettivamente al di là della forma giuridica di esercizio». Non di secondaria importanza, poi, la possibilità, anche per i professionisti, dell’intervento sostitutivo della stazione appaltante. Tale misura, consistente nel diritto-dovere della stazione appaltante di versare il dovuto in sostituzione dell’appaltatore non in regola con i versamenti contributi, «è stato fino ad ora consentito alle imprese e negato alle professioni».
Altri correttivi. Durc, Crc, casellario e banca dati nazionale degli operatori economici. Questi i temi sui quali sono necessari altri correttivi ad avviso degli enti di previdenza. In particolare, per quanto concerne la prima questione, nella lettera le Casse hanno spiegato che «se da un lato è previsto che anche i servizi di ingegneria siano oggetto di gara, è allo stesso modo previsto che tali servizi siano resi sempre sotto la responsabilità di un professionista abilitato anche nei casi in cui aggiudicataria risulti una società di ingegneria. I professionisti, anche nella forma societaria, devono, quindi, dimostrare la loro regolarità contributiva mediante il Certificato di regolarità contributiva. Purtroppo, però», hanno spiegato gli enti, «il nuovo Codice ha omesso tale attestazione, estendendo in questi casi particolari l’obbligo del solo Durc, tipico per gli appaltatori di beni e/o servizi». Per quanto riguarda, invece, il casellario, le casse chiedono «l’introduzione di un processo autorizzativo nell’ambito del Casellario rivolto alle Società di ingegneria. Esse infatti sin dalla loro costituzione, non sono sottoposte a processi di vigilanza da parte degli Ordini professionali, né dell’Anac, né da parte di altra autorità». Nota conclusiva, quella sulla Banca dati nazionale degli operatori economici. «In merito a quanto statuito sulla futura Banca dati centralizzata, gestita dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti», hanno concluso gli enti, «le Casse tecniche si sono rese disponibili a collaborare con il Ministero e a ad ogni utile approfondimento».
Il Consiglio nazionale architetti sul Codice dei contratti. Ridurre il peso dei requisiti economico-finanziari per l’accesso agli affidamenti di Servizi di architettura e ingegneria. Rilanciare i requisiti di accesso alle gare, relativi alle capacità tecnico-professionali dei concorrenti. Queste le principali proposte che il Consiglio nazionale degli architetti, unitamente alle Rete delle professioni tecniche, ha presentato in occasione della consultazione sulle Linee guida dell’Anac. Nel dettaglio, per quanto riguarda il primo aspetto, soprattutto con riferimento al requisito del fatturato degli ultimi tre anni, il Cna ha sottolineato come l’attuale normativa «rischi di continuare a sbarrare la strada dei lavori pubblici non solo ai giovani, ma anche a gran parte dei professionisti che, per effetto della stessa crisi del mercato del settore, non siano in grado di dimostrare fatturati adeguati negli ultimi anni». Per quanto attiene, invece, i requisiti di accesso alle gare, gli Architetti hanno fatto presente la necessità di «rilanciare i requisiti di accesso alle gare, relativi alle capacità tecnico-professionali dei concorrenti puntando non più sulla valutazione parziale delle prestazioni professionali eseguite negli ultimi anni, ma sulla valutazione di tutte le prestazioni eseguite nell’arco dell’intera carriera professionale». Beatrice Migliorini

Foto del profilo di Andrea Gentile

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