IL SOLE 24 ORE
Previdenza e professioni. Al convegno Adepp di Capri anche il tema degli investimenti – Tajani: rappresentanza fissa nella Ue
Casse, confronto sulla vigilanza
Tavolo con il Governo per cambiare i controlli – Oliveti: necessaria la rapidità
Sab. 17 – Capri. Il 2017 per le casse di previdenza dei professionisti potrebbe essere un anno di svolta su vari fronti. Accanto al Jobs act degli autonomi, che ora è in discussione al Senato e forse entro gennaio sarà legge, i tempi sono maturi per avviare un confronto coi ministeri e ridiscutere il loro sistema di vigilanza. L’apertura è arrivata ieri da Bruno Busacca, responsabile della segreteria tecnica del ministero del Lavoro, presente a Capri all’incontro organizzato da Adepp, l’associazione delle casse, con la collaborazione di Mangusta Risk, dal titolo «Wise – welfare, investimenti, sviluppo, Europa». «Oggi c’è un livello di vigilanza troppo burocratico – dice Busacca – ma la soluzione non è niente vigilanza o auto vigilanza, anche perché le Casse ricevono contributi obbligatori e in passato alcune hanno avuto comportamenti disinvolti». Busacca invita le Casse a un tavolo coi ministeri vigilanti per studiare un sistema di controllo diverso da quello attuale, «molto esteso orizzontalmente ma poco approfondito e incapace di andare alla fonte. Anche la presenza di più ministeri con lo stesso compito si è tradotta in scarsa specializzazione e poca incisività». Alberto Oliveti, presidente Adepp, accetta l’invito ma sottolinea: «Non siamo contrari alla vigilanza ma è necessaria la rapidità, non vogliamo sfuggire ai controlli ma poter cogliere le opportunità».
Un altro tema da affrontare è quello legato agli investimenti in infrastrutture ed economia reale. Le Casse lamentano scarsa coerenza da parte della politica, che da una parte frena sugli investimenti che vuole sicuri e senza rischi e dall’altra invita gli enti a scommettere nel Paese le loro risorse. «Per gli investitori istituzionali – dice Busacca – si profilano anni difficili con rendimenti molto bassi o addirittura negativi; serviranno alte competenze per investire e riuscire ad avere rendite. Le Casse che oggi fanno sistema col progetto Wise aprono la strada a un sistema di alleanze che potrebbe essere replicato sulle strategie d’investimento».
L’Europa è un altro fronte aperto. Nella legge di Stabilità, dopo anni, le professioni hanno ottenuto il diritto di accedere ai bandi che erogano i fondi europei. Per Antonio Tajani, vicepresidente del parlamento europeo, occorre che i professionisti ne siano informati: «La maggior parte di loro non sa di avere queste possibilità, Ordini e Casse devono lavorare sul territorio perché i vertici delle rappresentanze sanno che esistono queste risorse». Tajani aggiunge che «diamo all’Ue molti più soldi di quanti ne prendiamo e questo deve cambiare». Tajani ha appena presentato un’interrogazione alla Commissione Ue per chiedere quali iniziative intenda adottare per aiutare l’evoluzione delle professioni europee, che insieme contano, tra professionisti e loro dipendenti, 11 milioni di lavoratori. Ma non basta: «Occorre che i professionisti italiani abbiano una rappresentanza fissa in Europa, bisogna avere costanti contatti con la macchina burocratica europea, un lavoro possibile solo stando sul posto». Federica Micardi