PREVIDENZA: Casse, nessuno toccherà il patrimonio (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Casse, nessuno toccherà il patrimonio

Il governo e il principale partito di maggioranza non hanno «interesse» a «metter le mani su importanti risorse private, perché vincolate a un pilastro fondamentale: la previdenza». Nel contempo, «la tassazione eccessiva lamentata dalle Casse», nonché «la disponibilità a investire nello sviluppo del paese e nel welfare degli iscritti» sono temi da affrontare, in ambito istituzionale. Parola del responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, intervenuto ieri, nella sede dell’Enpapi, a un convegno promosso dalle Casse nate con il dlgs 103/1996. Nel secondo appuntamento celebrativo del ventennale dall’istituzione, i vertici degli istituti si sono confrontati oltre che con Taddei, anche con il presidente della commissione bicamerale di controllo sull’attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, Lello Di Gioia del Misto, e Severino Nappi di Fi. Un «bottino» scarso, quello portato a casa finora dagli Enti di «nuova generazione», fondati sul metodo di calcolo contributivo della pensione, come rimarcato da Mario Schiavon (Enpapi): l’unico traguardo raggiunto è stato il sì definitivo alla legge Lo Presti (133/2011), che consente di elevare fino al 5% il contributo integrativo, indirizzandone una quota sui montanti degli iscritti per il futuro trattamento. Non senza «penalizzazioni» visto che, ha ricordato, «al momento della stesura dei regolamenti i ministeri vigilanti hanno fermato il livello per chi lavora con la p.a. al 2%». Il valore del sostegno alle professioni è stato espresso sia da Tiziana Stallone (Enpab, biologi), sia da Felice Damiano Torricelli (Enpap, psicologi), da aiutare «intervenendo sulle loro capacità di costruire reddito sufficiente a vivere»; per Stefano Poeta (Epap) gli Enti sono, «sin dalla nascita, investitori nell’economia reale del paese», mentre Valerio Bignami (Eppi) si è soffermato sull’autonomia sancita dal decreto 103, tuttavia spesso non rispettata. E bollato come «demagogia» le ipotesi di fusioni fra Casse, perché è con «la condivisione di servizi che si abbattono i costi. E si rispettano le peculiarità» dei professionisti iscritti. Simona D’Alessio

Foto del profilo di Andrea Gentile

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