ITALIA OGGI
L’analisi di Valerio Bignami, presidente dell’Eppi in occasione del ventennale degli enti
Casse, parola d’ordine cooperazione
Un ventennale, quello che ricorda l’istituzione degli Enti previdenziali privati e privatizzati di cosiddetta «nuova generazione» (grazie al Decreto legislativo 103 del 1996), che più che «celebrativo», è opportuno sia «di analisi, di riflessione» e, soprattutto, di «proposta», giacché le Casse accomunate dal medesimo meccanismo di calcolo della pensione sin dalla nascita (contributivo) sono pronte a dire la loro, insieme, nel corso di un ventaglio di «manifestazioni che, nel 2016, si svolgeranno su tutto il territorio nazionale».
A delineare il solco su come verrà affrontata la ricorrenza è il presidente dell’Eppi (l’Ente previdenziale dei periti industriali e dei periti industriali laureati), Valerio Bignami, che senza rivelare dettagli sulle iniziative e sulle richieste che verranno sottoposte alle Istituzioni. «Non posso anticipare nulla, perché tradirei il senso di unitarietà che lega noi e le altre Casse, e che ritengo assolutamente virtuoso», tiene a precisare, dichiara che si è in presenza di un «importante appuntamento», che dà l’opportunità di «tracciare un bilancio» e, in particolare, di far risaltare quanto debba essere modificato per «costruire un sistema previdenziale sostenibile per chi svolge la libera professione e, nel contempo, adeguato per una serena vita nel periodo di quiescenza».
La parola chiave per definire l’azione comune degli «Enti 103» è, dunque, cooperazione: quel che si sta approntando, prosegue il numero uno dell’Eppi, avviene nel segno di «una grande maturità ed autorevolezza», che dimostrano la capacità degli Istituti pensionistici privati di aggregarsi, realizzando eventi orientati al «rafforzamento dell’intero complesso, mantenendo, comunque, le proprie peculiarità», poiché rappresentano «storie, sensibilità e funzioni diverse delle diverse categorie di iscritti. Questa», sottolinea, è «una ricchezza, non soltanto per il mondo professionale», bensì per tutto il sistema, avendo ben chiaro che «conoscere, saper interpretare i bisogni, le aspettative ed i desideri dei propri aderenti è fondamentale per progettare ed attuare quel welfare integrato e sostitutivo del pubblico, che lo stato non è più in grado di garantire». Bignami si sofferma, poi, sui costanti «richiami alle necessità di accorpamenti e fusioni», giudicandoli «una minaccia alla nostra autonomia», che cela «un falso problema di razionalizzazione della spesa e dei costi. Quando si parla di welfare, non si può prescindere da un aspetto riconducibile «all’anima» della professione che una determinata categoria esercita, all’essenza dell’essere un professionista con sensibilità e responsabilità tali che possono contribuire tangibilmente alla crescita del benessere della società tutta», chiarisce il vertice dell’Eppi. Pertanto, «mortificare e ridurre questa componente significa omologare un sistema che non potrà altro che assumere delle connotazioni asettiche e prive di quello spirito che è necessario ad alimentare qualsiasi organismo di rappresentanza sociale. Ciò non significa», argomenta ancora, che non sia necessario praticare la strada dell’aggregazione, della messa a fattor comune di servizi e funzioni, tuttavia «questi sono aspetti tecnici e funzionali all’organizzazione che già vengono virtuosamente praticati» nella galassia della previdenza privata e privatizzata. Dimostrazione ne è che ora «tutte le Casse, venute alla luce mediante il decreto legislativo 103/1996, stanno mettendo assieme le proprie risorse per giungere alla formulazione di una proposta unica, organica e realistica di modifica dell’impianto che attualmente regola il funzionamento degli Enti basati sul computo delle pensioni attraverso il metodo contributivo puro». A giudizio del presidente si è, quindi, in presenza di un segnale «forte ed autorevole che credo costituisca un punto di partenza per rivendicare da un lato le nostre legittime richieste di modifica del sistema» e, dall’altro, per dar prova del «grande senso di responsabilità che Casse come quella dei periti industriali hanno assunto e assumeranno sempre di più» d’ora in avanti. Bignami non si «sbottona» sulle iniziative che contrassegneranno il ventennale dalla nascita degli Enti pensionistici «giovani». Però, rivela che «prossimamente, tutti pubblicamente annunceranno il proprio manifesto» e renderanno noti gli appuntamenti che si svolgeranno durante l’intero 2016. Si tratterà, perciò di portare a conoscenza delle Istituzioni e della pubblica opinione le istanze di una fetta del mondo previdenziale che vede protagonisti migliaia e migliaia di professionisti contribuenti. E sarà pure il modo per lanciare la sfida «innanzitutto a noi stessi, al nostro senso di responsabilità e al servizio che, abbiamo l’ardire di pensare, offriamo alla categoria che rappresentiamo, ma soprattutto all’intero paese. Da più parti viene invocata la necessità di un nuovo Rinascimento. Ebbene», chiosa Bignami, «posso fin d’ora assicurare che le Casse dei liberi professionisti preparati e responsabili ci sono. E ci saranno».