PREVIDENZA: Casse pronte al fondo Atlante (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Il forum organizzato dalla Cnpadc. Guffanti: in Italia impegnate risorse per 2 mld
Casse pronte al fondo Atlante
Ma deve essere riconosciuta la natura privata degli enti

Casse previdenziali interessate a caricare sulle proprie spalle un po’ del peso di Atlante, dando sollievo al sistema bancario in affanno. Ma non senza un (importante) tornaconto: per partecipare al fondo, gli enti dovrebbero poter contare, senza equivoci, sull’affermazione dello «status giuridico privato» che inseguono da anni. È finita sotto la lente d’ingrandimento dell’assemblea dell’Adepp (Associazione degli istituti pensionistici dei professionisti) la proposta di aderire all’iniziativa nata con l’obiettivo di sostenere gli istituti bancari, garantendo gli aumenti di capitale di quelli in difficoltà e di rilevare i crediti in sofferenza.
E l’idea potrebbe diventare, attraverso un raffinato «do ut des», provvidenziale poiché, a margine dei lavori del forum della Cassa previdenziale dei dottori commercialisti (Cnpadc), ieri a Roma, il presidente dell’Associazione Alberto Oliveti ha chiarito lo scenario di investimento cui si va incontro: il fondo Atlante, ha riferito, è un «salva-banche» e, come tale, «può essere accettato dall’Europa, solo se non è in forma di aiuto di stato, e noi ci battiamo da anni per affermare di essere un soggetto giuridico privato», malgrado le Casse figurino nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni (e, come tali, sono state sottoposte alla legge 135/2012 sulla «spending review», dovendo tagliare del 5% i costi del 2012 e del 10% nel 2013, ndr).
Perciò, da organismi privati, gli enti potrebbero contare sul via libera di Bruxelles. Dunque, sorreggere gli oneri di Atlante potrebbe essere la «chiave di volta» per sciogliere sotto il profilo normativo il nodo della natura pubblica, o privata delle Casse. Domanda alla quale, in maniera sorniona, Oliveti ha prontamente ribattuto: «Questo non sono io a dirlo». Sugli investimenti per lo sviluppo del sistema-paese si è focalizzato inoltre il dibattito organizzato dalla Cnpadc. «Abbiamo già impegnato risorse per quasi 2 miliardi di euro, tutti in Italia, così da raggiungere due obiettivi: far crescere il risparmio previdenziale dei nostri iscritti e rafforzare il sistema economico nazionale. Nei prossimi anni vorremmo investire un ulteriore miliardo» però, ha puntualizzato il presidente Renzo Guffanti, a fronte di tale impegno «chiediamo alle istituzioni di ragionare insieme a noi per una reale riduzione della tassazione» sui ricavi da operazioni finanziarie. Quanto alle ipotesi di un restyling pensionistico, il viceministro dell’economia Enrico Zanetti ha escluso l’esigenza di attuare «interventi peggiorativo», mentre la numero uno di Poste Luisa Todini, ricordando la funzione svolta «dal 1862 con servizi di comunicazione, di pagamento e di raccolta del risparmio», ha annunciato «prospettive di sviluppo» attraverso la controllata Poste Vita (attiva sul fronte previdenziale e assicurativo) per «venire incontro alle esigenze di welfare dei cittadini». L’inquietudine sull’avvenire è giustificata, infine, secondo il presidente della commissione parlamentare per l’attuazione del Federalismo fiscale, Giancarlo Giorgetti (Lega Nord): quando arriveranno le buste arancione (le simulazioni della futura prestazione, di cui l’Inps ha effettuato i primi 150.000 invii), ha sentenziato, «molti si renderanno conto di essere pensionati al minimo». Simona D’Alessio

Foto del profilo di Andrea Gentile

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