ITALIA OGGI
Dall’adepp
Credito d’imposta da dirottare
Destinare gli 80 mln, di credito d’imposta previsti per gli enti di previdenza a parziale compensazione dell’aumento impositivo sui rendimenti finanziari, alla defiscalizzazione delle prestazioni assistenziali pure. Tale somma, infatti, a causa di problemi di natura tecnico amministrativa sarà difficilmente esigibile. Questa la proposta che arriva dal presidente dell’Adepp (l’Associazione che racchiude gli enti di previdenza provati), Alberto Oliveti per non fare andare perso lo stanziamento da parte dello stato. La proposta del numero uno dell’Adepp si unisce, quindi, all’sos lanciato dal presidente di Cassa dottori commercialisti, Renzo Guffanti, poche settimane fa (si veda ItaliaOggi del 17 marzo scorso), quando erano state poste in evidenza delle anomalie in merito al modello approvato dall’Agenzia delle entrate. Ma oltre alle difficoltà legate al credito di imposta l’Adepp, ieri, ha anche posto l’accento sul fatto che «a fronte di 1,5 milioni di iscritti per un totale di 71,9 miliardi di patrimonio», le casse previdenziali «devono poter svolgere il ruolo che gli compete senza essere considerate solo dei bancomat». Una riflessione che giunge anche a seguito dei risultati emersi dallo studio condotto da Euromedia e Adepp avente ad oggetto la conoscenza della realtà degli enti previdenziali da parte del mondo politico istituzionale. L’analisi condotta mostra come tra gli enti di previdenza, pubblici e privati, i politici guardano con maggiore tranquillità, da un punto di vista di sostenibilità del sistema, «agli strumenti assicurativi (26,7%) in primo luogo, al secondo posto l’Inps (20,0%), in terza posizione i Fondi pensione di secondo pilastro, infine alla Casse di previdenza (13,3%), a pari merito con chi ha indicato nessun ente». Diversa l’opinione dei broker che invece pongono al primo posto per affidabilità proprio le Casse di previdenza (26,7%), al secondo l’Inps, a pari merito con i Fondi pensione (23,3%).