ITALIA OGGI
Inarcassa, 2017 positivo
Patrimonio oltre i 10 mld
Nel prossimo anno si stima che il patrimonio di Inarcassa (l’Ente previdenziale e assistenziale degli ingegneri e degli architetti liberi professionisti) oltrepasserà i «10 miliardi di euro». E che l’avanzo economico si collocherà «oltre i 435 milioni», mentre si affrontano le conseguenze della «crescita degli accessi al pensionamento» degli iscritti. È quanto si legge nel Bilancio di previsione per l’anno 2017, che ha ottenuto il via libera da parte del comitato nazionale dei delegati dell’Ente; si tratta di numeri, quelli relativi alla prossima annualità che, è stato evidenziato, costituiscono «un risultato dovuto, oltre che ai contributi versati», anche «alla buona gestione e al buon rendimento del patrimonio». Nel 2017 il flusso di entrate contributive sarà di oltre un miliardo e occorre fare i conti con le «persistenti criticità dei redditi» delle due categorie previdenziali di associati (che, complessivamente ammontano a oltre 167 mila unità) e sui loro «riflessi» sui versamenti pensionistici; altro elemento da gestire è il cosiddetto «effetto babyboomers» con un rapporto fra iscritti e pensionati che, «se ridotto rispetto all’anno precedente, si pone su livelli di sicurezza ben maggiori di quelli del sistema pubblico: al 6,1 del bilancio 2015 si contrappone, infatti, per lo stesso periodo, l’1,2 della previdenza nazionale». E questo, sottolinea l’Ente, malgrado il volume delle prestazioni erogate «sia più che triplicato negli ultimi 15 anni, passando dai 152 milioni del 2000 ai quasi 680 milioni del 2017». Tirando le somme, comunque, il budget approvato, che presenta profili di «certezza e solidità», è «in linea con gli andamenti di lungo periodo, analizzati dalle proiezioni del bilancio tecnico attuariale che, anche nell’ultimo aggiornamento, riconferma l’equilibrio dei conti ben oltre la soglia dei 50 anni». Se, dunque, i numeri di Inarcassa sono rasserenanti, l’inquietudine del presidente Giuseppe Santoro è di altra natura: il macigno, ha affermato, è «l’incertezza normativa. Un operatore previdenziale è come un investitore di lungo periodo e, in quanto tale, non può vivere di regole contingenti», ha osservato, giacché la missione di un Ente di primo pilastro pensionistico, «al contrario, richiederebbe un quadro normativo in grado di definire, in modo lineare e senza contraddizioni», gli aspetti gestionali. La forza di Inarcassa, ha aggiunto, risiede «nella sua autonomia e nella sua autodeterminazione», che hanno permesso «scelte capaci di superare pesanti e negative contingenze», ha concluso Santoro. Simona D’Alessio