ITALIA OGGI
Il presidente dell’Adepp Oliveti sulle operazioni degli enti. Derivati da maneggiare con cura
Le Casse guardano all’ambiente
Investimenti «sostenibili e responsabili» (in campo ambientale e sociale) e di lungo termine. Ma spazio pure all’impiego di risorse nei «servizi alla persona» e nella «green economy», senza dimenticare l’ambito delle energie e delle nano-biotecnologie. Sono questi i principali versanti sui quali le Casse dei professionisti aderenti all’Adepp intendono immettere i propri denari in un vicino futuro, secondo quanto illustrato ieri mattina dal presidente dell’Associazione che le riunisce Alberto Oliveti, nel corso dell’audizione nella Commissione bicamerale di controllo sull’attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, nella quale è stato ascoltato per la prima volta come guida dell’organismo. Presentando ai parlamentari le ultime cifre sulle operazioni finanziarie effettuate dalla galassia degli istituti pensionistici nati con i decreti legislativi 509/1994 e 103/1996, relative al 2014, sono stati evidenziati gli oltre 71,9 miliardi di euro di patrimonio globale (comprendente immobili, liquidità, titoli di stato, titoli di capitale, Organismi di investimento collettivo del risparmio ecc.), in crescita rispetto all’anno precedente, quando la somma complessiva dei beni ammontava a più di 65,6 miliardi. Fra le cifre esposte, quella secondo cui (sempre con riferimento alla performance degli enti due anni fa) nel panorama degli investimenti attuati i titoli obbligazionari risultavano pari a «21,8 miliardi e costituivano la quota più rilevante delle attività totali (30,4%)», percentuale però in «lieve incremento rispetto all’anno passato (29,6%)». L’audizione è servita a Oliveti per esprimere anche delle valutazioni sullo schema di regolamento governativo sui limiti agli investimenti delle Casse (per sostituire il «vecchio» decreto 703/1996) e, in particolare, per indicare come sarebbe opportuno, nel testo definitivo (la bozza è ora al vaglio della Corte dei Conti, ndr), «distinguere fra l’accezione comune, assolutamente negativa, e l’uso tecnicamente corretto di derivati». E ciò perché, ha messo in luce, «in passato è stato fatto un uso completamente devastante» di tali strumenti, usati generalmente «a mo’ di scommessa». Esperienza che, ha concluso Oliveti, «di certo l’Adepp non intende ripetere». Simona D’Alessio