PREVIDENZA: L’ente dei commercialisti guarda al fondo Atlante (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE
Le strategie. Fra welfare e investimenti
L’ente dei commercialisti guarda al fondo Atlante

«Le Casse possono sostenere i professionisti, che in questi anni di crisi si sono impoveriti, attraverso un welfare complementare, meglio se condiviso».
È questa la proposta che il senatore Maurizio Sacconi ha fatto ieri al «Forum in previdenza» organizzato dalla Cassa dei commercialisti. «Tra gli ambiti in cui operare – spiega Sacconi – ci sono la sanità integrativa, la previdenza complementare e l’assistenza anche alla professione; il welfare deve diventare un ammortizzatore nei momenti difficili». E per agevolare e stimolare questo welfare ad ampio spettro, si sta lavorando all’emanazione di disposizioni ad hoc. «Stiamo valutando la possibilità – anticipa Sacconi – di consentire l’utilizzo delle sopravvenienze attive per favorire l’ampliamento delle prestazioni sociali del sistema Casse». Cesare Damiano rilancia un’idea che da tempo circola tra i politici ma che raramente le Casse hanno preso in considerazione, e cioè la fusione tra i diversi enti. «Invece di immaginare la fusioni tra Casse i cui iscritti svolgono attività affini – dice Damiano – potrebbe avere più senso immaginare la fusione tra enti che hanno sistemi di gestione simili». L’idea di base è sempre quella dell’«unione fa la forza», e su questo l’Adepp, l’associazione che rappresenta le Casse di previdenza dei professionisti, sta lavorando per proporre una serie di servizi condivisi tra gli iscritti. Un altro tema caldo che rimbalza tra la previdenza privata e la politica, senza finora trovare concretezza, è quello degli investimenti nell’economia reale. L’idea di incentivo fiscale – a parziale compensazione dell’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie dal 20 al 26% è contenuta nella legge 190/14, mentre l’attuazione e i meccanismi applicativi sono indicati nel decreto Mef del 19 giugno 2015. «Degli 80 milioni messi in campo – afferma il presidente della Cassa commercialisti, Renzo Guffanti – ne verranno utilizzati forse 20. Il meccanismo è troppo complicato e poco efficace, non tale da orientare i nostri investimenti. Inoltre – aggiunge – si parla tanto del nostro sostegno all’economia reale, ma di proposte concrete se ne sono viste poche». E su un possibile ingresso nel nuovo fondo Atlante, il cosiddetto salva-banche, la risposta di Guffanti è decisa: «È un’opzione possibile, soprattutto se verrà chiarita la nostra natura privata e non pubblica. In questo caso potremmo valutare il nostro apporto». Fe.Mi.

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