IL SOLE 24 ORE
Giornalisti. Dal 2016 aumentano contributi ed età pensionabile – Ora il parere dei ministeri
L’Inpgi dà via libera alla riforma
Il consiglio d’amministrazione dell’Inpgi, la cassa di previdenza dei giornalisti, ieri mattina ha dato il via libera alla riforma che dovrà rimettere in sesto i conti dell’istituto. Il provvedimento, per entrare in vigore, dovrà però essere approvato dai ministeri vigilanti, Lavoro ed Economia. La riforma, anche se con una serie di temperamenti, prevede: un aumento della contribuzione dell’1,53% a carico del datore di lavoro e dello 0,5% a carico del lavoratore; l’età pensionabile sale a 66 anni (per gli uomini dal 2016, per le donne dal 2020); viene ridotta l’aliquota di rendimento e sono tagliati gli ammortizzatori sociali e le pensioni ai superstiti; ai pensionati viene chiesto un contributo di solidarietà dallo 0,5 all’1,5% (sopra i 60mila euro).
Come hanno votato i presenti nel Cda di ieri? Tutti a favore, compreso il rappresentante della Presidenza del consiglio (Andrea Mancinelli), tranne i giornalisti Carlo Chianura e Silvana Mazzocchi che avevano presentato una mozione sul contributo di solidarietà in carico ai pensionati. Si è astenuta Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, designata dal ministero del Lavoro. Assente per motivi personali il giornalista Roberto Carella. E assenti i due rappresentanti della Fieg (editori) che aveva chiesto un rinvio per approfondire alcuni temi: «In particolare avremmo voluto visionare le stime attuariali in relazione soprattutto alle dinamiche occupazionali – fanno sapere dalla Fieg –.
Inoltre prima di varare la riforma avevamo chiesto di attendere il decreto delegato del Jobs Act sugli ammortizzatori sociali. Segnaliamo infine che, nonostante la riforma, a parità di contribuzione con il sistema generale, l’assegno pensionistico di un giornalista neoassunto è superiore del 28%, mentre gli editori hanno visto aumentare ulteriormente i loro versamenti». «Spiace la nota emessa da Fieg – scrive in un comunicato Andrea Camporese presidente di Inpgi e di Adepp, l’associazione delle casse di previdenza – nella quale pur apprezzando lo sforzo generale non si ritiene di esprimere un parere definitivo. In ogni caso è dovere dell’istituto mantenere aperta la disponibilità». Nessuno strappo dunque? Fonti interne all’ente di previdenza fanno sapere che «quella degli editori, a nostro parere, è una sospensione di giudizio come emerge anche dal loro documento allegato alla delibera del cda».
La Fieg, da parte sua, si aspettava un rinvio a settembre. La Cassa però ha fretta di chiudere: a dicembre va presentato il bilancio tecnico a trent’anni che, con i numeri che emergono dal consuntivo 2014, non passerebbe l’esame: 485milioni di prestazioni obbligatorie erogate e 409milioni di ricavi della gestione previdenziale con un disavanzo previdenziale di 76 milioni. Da segnalare, infine, che il taglio preannunciato dei compensi per i vertici Inpgi dovrà essere sottoposto al Consiglio generale di ottobre. V.D’A. Fe. Mi.