PREVIDENZA: Per la Cassa commercialisti patrimonio a 6,4 miliardi (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Cnpadc. Approvato il bilancio per il
Per la Cassa commercialisti patrimonio a 6,4 miliardi

La Cassa di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti chiude il bilancio 2015, approvato ieri dall’assemblea dei delegati, con un patrimonio di 6 miliardi e 432 milioni e un avanzo corrente di 566 milioni che, senza accantonamenti e tasse, sale a 693 milioni.
Quello approvato ieri è l’ultimo bilancio chiuso sotto la guida di Renzo Guffanti, che finisce quest’anno il suo mandato e che si dice molto soddisfatto della gestione, avendo chiuso quattro bilanci sopra il mezzo milione di avanzo. «Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi, anche qualitativi, che ci eravamo prefissati – afferma Guffanti -. Un esempio: abbiamo deciso di guardare più all’immobiliare e attraverso Primo Re abbiamo fatto 180 milioni di investimenti più che redditizi, tra cui la recente apertura dell’albergo Giulia in pieno centro a Milano». Prosegue, quindi, il trend positivo di Cnpadc, che in cinque anni ha visto il patrimonio crescere di 2,2 miliardi, gli iscritti aumentare di 8.300 unità – circa 2mila iscritti in più ogni anno – e arrivare a quota 64.921 e i pensionati passare dai 5.971 del 2011 agli attuali 6.987. Il rapporto tra iscritti attivi e pensionati è di 9,3 (era 9,4 nel 2011). La differenza tra entrate contributive e uscite per prestazioni a fine 2015 è pari a 493 milioni, in calo di due milioni rispetto all’anno precedente e in aumento, di circa 100 milioni rispetto al 2011. Le entrate contributive del 2015 sono aumentate rispetto all’anno precedente di 8,5 milioni; dal 2011 a oggi, però, le entrate contributive fra un anno e l’altro hanno registrato aumenti molto più alti tra i 38 e i 58 milioni. Una tale differenza si spiega con l’aumento della contribuzione minima, passata dal 10 al 12% in cinque anni; un altro importante fattore è stato l’accordo siglato da Cnpadc e l’agenzia delle Entrate che ha consentito, attraverso accertamenti massivi, di recuperare milioni di contributi.
Sull’ammontare dei contributi pesa anche la mancata crescita dei redditi, che in questi anni hanno tenuto, nonostante la crisi, ma che registrano una leggera contrazione rispetto al 2014: il reddito medio è passato da 62.700 a 61.600 euro e il volume d’affari da 111.500 a 109.200 euro.
La gestione Guffanti ha lavorato su più fronti, ha investito molto sull’assistenza – nel 2014 sono stati spesi oltre 17 milioni e nel 2015 il 10% in più – e sulla cultura previdenziale. Nell’ultimo anno si è registrato un aumento dell’aliquota media di contribuzione, passata dal 12,49% del 2014 – il minimo obbligatorio è 12% – al 12,61% del 2015. Un dato che, secondo Guffanti, sta a indicare una presa di coscienza previdenziale tra gli iscritti, «un fenomeno nuovo, un trend che dobbiamo tenere monitorato per vedere se si consolida a cui ha certamente contribuito il nuovo servizio Pension simulator (Pes)», un simulatore di pensione che consente di vedere quale sarà l’importo dell’assegno pensionistico alle condizioni attuali (contributo soggettivo, contributo integrativo, anni di attività, e così via), e quale potrebbe essere cambiando queste condizioni. «La nostra sensazione – commenta Guffanti – è che per quanto lentamente il concetto che se verso più contributi avrò una pensione più adeguata si sta facendo largo nella categoria».
E proprio oggi a Roma (a partire dalle 9,30 al Grand Hotel Plaza)appuntamento con il Forum In Previdenza che riunirà gli esponenti della Cassa, i tecnici e la politica per un confronto sul futuro del msistema previdenziale. Federica Micardi

Foto del profilo di Andrea Gentile

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