ITALIA OGGI
Il panorama disegnato dal VI Rapporto Adepp sulla stato della previdenza privata
Professionisti, guadagni in calo
Reddito medio a 34 mila euro, 12 mila per gli under 30
Guadagni (ancora) in flessione per i professionisti italiani, sebbene il 2015 abbia segnato un arretramento più contenuto dei periodi precedenti: le entrate medie, infatti, si sono attestate sui 33.954,79 euro («-0,3%» al confronto con l’annualità passata, un dato più confortante del -5,5% registrato nel 2013). A far suonare il campanello d’allarme, però, è il profondo divario reddituale che separa i giovani dai colleghi ultracinquantenni, poiché gli under 30 si collocano lievemente al di sopra dei 12 mila euro, mentre chi ha fra i 55 e i 60 anni dichiara mediamente più di 50 mila euro annui. Cifre alla mano, perciò, i lavoratori autonomi che hanno tra i 25 e i 35 anni si ritrovano a disporre di somme che vanno «da 1/4 a 1/3 del reddito dei loro colleghi» adulti. È il panorama disegnato dal VI rapporto del centro studi dell’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati e privatizzati), il «termometro» che, con cadenza annuale, misura la condizione delle varie categorie di associati che, nel complesso, hanno oramai raggiunto una quota ragguardevole: nel 2015, negli elenchi degli istituti pensionistici che raccolgono coloro che svolgono l’attività nelle aree sanitaria, economico-sociale, giuridica e tecnica, figuravano un milione 488.979 persone (+1,31% rispetto al 2014), di cui un milione 433.978 in esercizio e 55.001 in quiescenza. A tal proposito, colpisce un certo invecchiamento della platea, considerato che, nel corso dell’ultimo decennio, gli iscritti sotto i 40 anni diminuiscono «dal 41 al 31%».
Il presidente dell’Associazione Alberto Oliveti, durante una conferenza ieri, a palazzo Giustiniani, a Roma, ha snocciolato i numeri, ponendo in risalto le difficoltà della componente femminile (il cui reddito, sempre in media, è pari al 60% di quello dichiarato dagli uomini) e lo svantaggio di chi si affaccia nel mercato delle libere professioni; dalla tabella in pagina è possibile notare come il fattore anagrafico sia determinante nella crescita dei guadagni, giacché perfino nella fascia 85-90 il reddito (di più di 16 mila euro) è maggiore di quello ottenuto da ragazzo con meno di 30 anni.
Somme elevate, invece, vengono orientate sui servizi assistenziali, per un impegno totale delle Casse di 520 milioni di euro, dei quali 104 destinati a tutelare le iscritte attraverso l’erogazione di indennità di maternità (si veda ItaliaOggi di ieri); nel dossier ci sono anche gli esiti di un’indagine su 85 mila professioniste, da cui si desume che «il decremento dei redditi delle donne che hanno avuto uno, o più figli è pari al 20%». C’è, poi, fra le voci trattate, un importo decisamente sostanzioso, ha tenuto a sottolineare con una punta di rammarico Oliveti, e gli Enti lo corrispondono all’Erario, giacché il carico fiscale complessivo vale oltre 544 milioni (l’Adepp contesta da anni la doppia tassazione per prestazioni erogate e rendimenti da investimento che grava sulle Casse). Il flusso dei contributi nel 2015 ha varcato la soglia dei «9 miliardi», conseguendo un «incremento, rispetto al 2014, pari a circa il 2,3%». Simona D’Alessio