ITALIA OGGI
Cadiprof ed Ebipro, un modello di welfare contrattuale costruito sui bisogni delle persone
Rete sociale intorno allo studio
Al centro salute, supporto a famiglie e sostegno al reddito
In uno studio legale nel centro di Milano è spuntato un fiocco rosa e su una scrivania un enorme mazzo di fiori aspetta la giovane segretaria diventata mamma. All’ospedale dei tumori di Firenze la signorina che lavora dalla commercialista è stata appena dimessa: l’intervento è perfettamente riuscito e non ci sono state complicazioni, racconta con un sospiro di sollievo la sua collega. Scendendo ancora più a Sud, nelle campagne laziali l’assistente del veterinario si sta collegando con il proprio computer all’istituto di zooprofilassi per trasmettere le informazioni raccolte durante le visite effettuate nella mattinata. Nella capitale un giovane che sta facendo pratica da un notaio accompagna il figlio all’asilo prima di correre in studio per assistere al suo primo rogito. A Palermo lo studio di ingegneria rimarrà chiuso nel pomeriggio perché sono tutti impegnati in un corso di formazione sul tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Potrebbe essere la trama di un film di ordinaria quotidianità, ma il filo che lega tutte queste storie è il lavoro. Meglio, il lavoro in uno studio professionale. Non è semplice inquadrare questa realtà nel suo insieme, soprattutto quando si tratta di intercettare i problemi e le esigenze che nascono dal basso: i figli all’asilo nido, le spese del dentista, la cassa in deroga. Ancor più complesso è poi creare una rete di protezione sociale intorno alle persone che lavorano in uno studio professionale, sia esso lo studio di un medico, di un avvocato, di un commercialista o di un architetto. «È vero, c’è una grande attenzione del mondo professionale alle problematiche sociali ed economiche dei lavoratori», commenta il presidente di Cadiprof, Gaetano Stella. «Si tratta di una tendenza sociale in atto già da qualche anno, che mette in primo piano la responsabilità sociale dei soggetti economici e produttivi, chiamati a surrogare le ormai croniche carenze del welfare state». Tagli alla sanità, trasferimenti alle regioni sempre più esigui, poche risorse per le politiche del lavoro: lo stato arretra e lascia il campo al libero mercato, con risultati non sempre vantaggiosi per i cittadini. Chi un lavoro se lo può permettere, invece, ha dalla sua parte un contratto che, in alcuni casi, garantisce anche forme di tutele, per esempio, nel campo dell’assistenza sanitaria integrativa o in quello del sostegno al reddito. Negli studi professionali questa opportunità esiste da parecchi anni ed è andata via via intensificandosi per far fronte alla crisi economica che ha investito il settore professionale. E oggi il modello di welfare contrattuale, costruito intorno al Ccnl degli studi professionali, rappresenta una delle forme più semplici e innovative nel panorama italiano del mercato del lavoro. Un ombrello aperto che copre sia i dipendenti che i datori di lavoro: prevenzione, cure sanitarie, supporto alle famiglie, ma anche diritto allo studio, formazione, sostegno al reddito sono solo alcuni esempi di come un contratto di lavoro può venire incontro ai fabbisogni reali dei dipendenti che operano fianco a fianco del professionista, ma non solo. Per la prima volta nel panorama della contrattazione collettiva, infatti, i datori di lavoro-professionisti che applicano il Ccnl studi professionali possono contare su un’ampia gamma di tutele contrattuali, attraverso una gestione autonoma, denominata Assistenza professionisti, diretta da Ebipro e Cadiprof. «La costituzione della Gestione assistenza professionisti rappresenta la risposta chiara e diretta delle parti sociali alla crisi economica che sta attraversando il settore degli studi», afferma Stella. «Ancora una volta siamo riusciti a intercettare un problema reale dei professionisti, in particolare dei più giovani, e a trasformarlo in un’opportunità concreta. Un piccolo passo verso l’universalità del welfare».