ITALIA OGGI
L’intervento del presidente Cadiprof Gaetano Stella alla VI edizione del Welfare Day
Sanità integrativa, il fisco pesa
Agganciare le tutele di welfare al premio di produttività
È arrivata a 34,5 miliardi di euro la spesa sanitaria privata e ha registrato un incremento in termini reali del 3,2% negli ultimi due anni (2013-2015): il doppio dell’aumento della spesa complessiva per i consumi delle famiglie nello stesso periodo (pari a +1,7%). In altre parole, 10,2 milioni di italiani fanno un maggiore ricorso alla sanità privata rispetto al passato, e di questi il 72,6% a causa delle liste d’attesa che nel Servizio sanitario pubblico si allungano.
Lievitano i ticket pagati dagli italiani, visto che il 45,4% (cioè 5,6 punti percentuali in più rispetto al 2013) ha sborsato tariffe nel privato uguali o di poco superiori al ticket che avrebbe pagato nel pubblico. È quanto emerge dalla ricerca Censis-Rbm Assicurazione Salute presentata lo scorso 7 giugno a Roma alla VI edizione del «Welfare Day», che ha visto tra gli altri la partecipazione del presidente di Cadiprof, Gaetano Stella. In uno scenario che vede assottigliarsi al ricorso Servizio sanitario pubblico, giudicato «inadeguato» da un italiano su due, e dove 11 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie nell’ultimo anno a causa di difficoltà economiche, non riuscendo a pagare di tasca propria le prestazioni, avanza la sanità integrativa. Secondo la ricerca Censis-Rbm Assicurazione Salute sono infatti 26 milioni gli italiani che si dicono propensi a sottoscrivere una polizza sanitaria o ad aderire a un Fondo sanitario integrativo. Tuttavia, la sanità integrativa in Italia non decolla perché appesantita da un regime fiscale troppo penalizzante. E proprio su questo tema si sono confrontati i maggiori esperti del settore chiamati al Welfare day per trovare possibili soluzioni per ripensare le agevolazioni fiscali per le forme sanitarie integrative, anche per quelle di matrice contrattuale come appunto la Cassa di assistenza sanitaria integrativa per gli studi professionali. «Occorre agganciare le tutele di welfare al premio di produttività erogato dai datori di lavoro, anche liberi professionisti, attraverso l’intervento della contrattazione territoriale e/o aziendale», ha affermato il presidente Stella intervenuto alla tavola rotonda sulle forme di sanità integrativa. «Tale passaggio potrebbe rappresentare infatti una straordinaria opportunità sia per i datori di lavoro che per i dipendenti in termini di vantaggi fiscali, economici, sociali e reputazionali, senza contare il deciso incremento della domanda di sanità integrativa che ne scaturirebbe». Il percorso indicato dal presidente Stella si innesta sulla legge di Stabilità 2016 e sul decreto attuativo, recentemente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che prevede una tassazione agevolata, con imposta sostitutiva del 10%, per i premi di risultato e per le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. Su questo fronte, la Confederazione italiana liberi professionisti sta lavorando per estendere il beneficio fiscale anche alle forme di sanità integrativa verso professionisti e lavoratori autonomi. «Pensiamo alla previsione di una soglia di deducibilità, anche di entità contenuta, dei contributi versati dai professionisti alla bilateralità di settore, che consenta anche ai lavoratori autonomi di beneficiare delle prestazioni mutualistiche senza subire discriminazioni rispetto a coloro che già ne godono» ha aggiunto Stella. «Si tratta di un intervento di equità che abbiamo già evidenziato in sede di audizione del ddl sul lavoro autonomo e che presenteremo come emendamento».