IL SOLE 24 ORE
Ragionieri. Approvato il bilancio per il 2015
Sui conti Cnpr pesa il pro-rata
Approvato ieri il bilancio 2015 della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri. Il consuntivo chiude con una perdita di 33,54 milioni di euro.
Il risultato prima degli accantonamenti è positivo e pari a 38,1 milioni di euro. Le imposte pesano sulla perdita per quasi 6 milioni di euro (in diminuzione rispetto ai 7,1 milioni del 2014).
Le entrate da proventi e contributi sono di 288.023.105 euro, leggermente in calo rispetto all’anno precedente (288.270.355); le uscite per pensioni sono 226.220.901, in aumento rispetto all’anno precedente (223.287.935). La Cnpr conta 25.771 iscritti attivi e 8.757 pensionati (nel 2014 erano 25.981 attivi e 8.489 pensionati); le entrate dichiarate negli ultimi tre anni dagli iscritti alla Cassa stanno decrescendo: il reddito è passato da 52.358 euro del 2012 a 47.830 del 2015, mentre il volume d’affari nel 2012 era di 104.552 e a fine 2015 è di 93.302. Quest’anno si sono registrati una serie di fatti – ricordati nella Relazione sulla gestione – che hanno influito sugli scenari futuri dell’ente: in senso negativo hanno pesato le sentenze della Cassazione sul pro-rata che hanno obbligato la Cassa ad accantonare ulteriori 36,4 milioni di euro e ad elevare l’importo a riserva per il rischio di riliquidazione di maggiori prestazioni a 48,5 milioni di euro; in senso positivo c’è stato il riconoscimento dell’iscrizione degli esperti contabili a Cnpr, un modo per intervenire positivamente sull’andamento demografico dell’ente, in calo costante dal 2002. Questo è il secondo bilancio chiuso sotto la guida di Luigi Pagliuca ed il primo di conduzione totale da parte dell’attuale governance (il documento è disponibile da ieri mattina sul sito della Cassa), che ha puntato molto su nuovi criteri di gestione degli investimenti mobiliari, affidati nel 2015, con gara europea, a cinque diversi gestori ; i risultati sono stati sintetizzati da Pagliuca: «La gestione della liquidità conferita per 600 milioni, 120 milioni a ciascun gestore, ha consentito di rilevare proventi da dividendi per 0,9 milioni di euro, proventi da cedole per 6,6 milioni di euro. Le gestioni a fine esercizio esprimevano un controvalore a mercato di 605 milioni di euro».
Fe. Mi.