PREVIDENZA: «Un Ddl di sistema per la previdenza» di Cesare Damiano (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

«Un Ddl di sistema per la previdenza»

di Cesare Damiano

La previdenza è al centro degli interessi dell’opinione pubblica e continua ad interrogare la politica e l’economia. Abbiamo alle spalle un ventennio dalla Riforma Dini, che ha introdotto il metodo contributivo e la flessibilità in uscita, poi inopinatamente cancellata, e dai decreti 509/1994 e 103/1996, che hanno avviato la previdenza dei professionisti. Sono state due scelte lungimiranti, anche se naturalmente bisognose di implementazione e manutenzione.
Mi sono molto occupato della previdenza dei professionisti sin da quando ero ministro del Lavoro. Ricordo in particolare la legge Finanziaria del 2007, che al comma 763 ha notevolmente rafforzato l’autonomia delle Casse, e il Memorandum del 2008, concordato con Adepp e i Presidenti delle Casse, che rappresentava lo schema di un possibile intervento riformatore, cui si sono ispirati il Ddl 2715 della scorsa legislatura e il Ddl 1132 dell’attuale legislatura presentati da me e da altri colleghi.
L’esperienza delle Casse ha notevole rilievo sia dal punto di vista delle risorse finanziarie che si possono mobilitare ai fini di investimenti per la crescita del Paese sia come comparto decisivo del sistema di welfare. L’intervento legislativo, sulla base dell’esperienza di questo ventennio, affronta le criticità e valorizza gli aspetti virtuosi delle Casse. Le questioni principali mi paiono il nodo degli investimenti, il Fondo di garanzia, gli aspetti fiscali, la riorganizzazione del sistema delle Casse, il tema dell’adeguatezza delle prestazioni.
Il Ddl prevede che le singole Casse adottino appositi regolamenti volti a disciplinare le regole di contabilità e di redazione dei bilanci; il limite massimo dei componenti dei consigli di amministrazione; i requisiti di professionalità degli amministratori; i criteri e i limiti negli investimenti delle risorse gestite nell’interesse degli iscritti; la disciplina dei conflitti di interesse. Al fine di assicurare la stabilità finanziaria delle Casse, si propone di istituire un Fondo di garanzia con personalità giuridica e con gestione autonoma, sottoposto alla vigilanza del Mef. Quanto agli aspetti fiscali, pur nell’attuale difficile situazione economica, rimane legittima la richiesta di superare la doppia tassazione, cominciando almeno a ridurre l’elevata tassazione sui rendimenti del patrimonio, che colpisce le Casse e i Fondi pensione.
Relativamente alla riorganizzazione del sistema, è difficile pensare ad aggregazioni forzate dall’alto, mentre più percorribile pare la strada di incentivare anche fiscalmente processi autonomi di fusione delle Casse, non tanto guardando alle affinità delle professioni interessate quanto alla convergenza dei sistemi previdenziali. Si prevedono altresì misure per favorire l’adeguatezza delle prestazioni.
Vorrei tuttavia concludere con alcune valutazioni politiche. Siamo nella seconda parte della legislatura. Finora il governo Renzi si è molto occupato di lavoro: dagli 80 euro in busta paga al Jobs Act e ai decreti attuativi, dalla decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato al recente Ddl in materia di lavoro autonomo e smart working. Manca invece un intervento sul tema della previdenza. Propongo che, in questi due anni scarsi prima della conclusione della legislatura, si affrontino due importanti aspetti del sistema previdenziale: la flessibilità in uscita per la previdenza pubblica e una manutenzione complessiva della previdenza dei professionisti, sulla base anche dei vari Ddl presentati in Parlamento, oltre che di un eventuale auspicabile intervento governativo. Non si tratta solo di qualificare il welfare, ma anche di rilanciare l’occupazione e incrementare gli investimenti.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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