LA REPUBBLICA
Intercettazioni, l`allarme del Garante
Soro chiede che pm e giornalisti non riportino più “spaccati di vita privata sprovvisti di reale rilevanza pubblica”
Preoccupazione per le norme anti-terrorismo, i controlli via web e l`aggressività delle tecniche di telemarketing
mer.29 – ROMA. Le intercettazioni che toccano la vita privata delle persone restino fuori dal processo e lontane dai media. È la linea del garante della privacy Antonello Soro, accompagnata dall`invito a intervenire per evitare abusi o forzature. «Nel rispetto dei diritti della difesa e della libertà di stampa – scrive nella sua relazione annuale destinata alle Camere è auspicabile che negli atti processuali e nella cronaca giudiziaria non siano riportati interi spaccati di vita privata privi di reale rilevanza pubblica». Un appello al legislatore, contenuto in un focus più ampio dedicato alla tutela dei dati personali in tempi difficili di terrorismo e strapotere delle tecnologie.
Al centro del dibattito, come sempre, c`è il dossier degli ascolti. Il garante ricorda le recenti direttive di alcune procure, utili a contenere le trascrizioni su aspetti «irrilevanti» ai fini delle indagini. Si tratta in particolare di quei «dati personali non strettamente pertinenti al reato contestato, relativi a terzi o, comunque, dei quali si possa fare a meno senza per questo nuocere alle indagini».
Una barriera che ridurrebbe di gran lunga il rischio di «una loro indebita divulgazione sulla stampa». Proprio ai mezzi di comunicazione è richiesta un «supplemento di responsabilità», utile a dribblare «l`accanimento informativo» che sfocia in «sensazionalismo».
Ma c`è molto altro, in una relazione dedicata alle sfide dei prossimi anni. A
partire dalla minaccia del terrorismo: «La reazione deve essere efficace, ma rispettosa dei diritti e delle libertà fondamentali, anche perché non tutte le limitazioni sono utili nella prevenzione».
Un principio centrale anche rispetto all`azione dell`intelligente: «Servono
cautele rigorose per impedire che funzioni volte a garantire la democrazia, finiscano per violarla». Un esempio? Il caso dei software-spia per le intercettazioni ambientali, che possono trasformare «un mezzo investigativo circoscrivibile in uno strumento di sorveglianza totale».
Terrorismo, ma naturalmente anche criminalità informatica: «Ha assunto dimensioni inquietanti – ricorda l`autorità – e potrà arrivare a compromettere la sicurezza fisica delle persone». Una «minaccia reale», così la giudica Soro, con un peso sull`economia mondiale di 500 miliardi di euro all`anno, a un passo dal volume di affari illeciti del narcotraffico.
Nell`immediato, intanto, l`obiettivo è coordinare in chiave comunitaria le tutele dei dati di privacy, soprattutto «nel momento in cui si fanno più forti le spinte anacronistiche a creare barriere nella libera circolazione». Il confine tra esigenze contrapposte è spesso molto labile, ricorda il garante. Ad esempio nel caso che ha coinvolto Whatsapp e la procura di Milano in un`inchiesta sul terrorismo.
La società di messaggistica è tenuta a collaborare con gli inquirenti, sostiene
Soro, e non è possibile opporre «un`invocazione meramente strumentale della privacy. Ma insieme occorre difendere il sistema di criptazione».
L`ultima panoramica parte dal settore del telemarketing, dove «si continua
a registrare un`incontenibile aggressività degli operatori che arriva a compromettere la tranquillità individuale e familiare». E passa per il rapporto con i colossi social: il confronto positivo con Google, «che ha dato piena attuazione alle prescrizioni finora impartite», e l`intervento
sul tema all`accesso ai dati pubblicati con falso account, con cui l`Autorità
ha riaffermato la sua competenza anche verso Facebook. Infine i controlli dei datori di lavoro previsti dal Jobs act, «ammissibili soltanto se strettamente proporzionati, mai massivi e fondati su precisi presupposti». E il mondo della sanità: «La carente sicurezza dei dati e dei sistemi può rappresentare una causa di malasanità». TOMMASO CIRIACO