IL SOLE 24 ORE
All’ultimo minuto slitta al 2017 il processo amministrativo online
ROMA. Non sfigurerebbe come sceneggiatura di un film di suspense: con un decreto legge il Consiglio dei ministri ha rinviato di sei mesi il processo telematico nella giustizia amministrativa. Lo ha fatto ieri in tarda serata, con gli avvocati già pronti a spedire da oggi i ricorsi solo in modalità informatica. Se ne riparlerà, invece, il 1° gennaio 2017. Si tratta dell’ennesimo rinvio,il quarto: il processo telematico presso i Tar e il Consiglio di Stato avrebbe, infatti, dovuto debuttare il 1° gennaio 2015, anche se è dal 2001 che se ne parla.
Niente lasciava presagire che si sarebbe arrivati a un nuova proroga. La situazione non era certo tranquilla, ma poteva essere ricondotta alle fisiologiche fibrillazioni che accompagnano simili debutti. Dal fronte degli avvocati si era, infatti, pronti a partire, anche se non si nascondevano alcune preoccupazioni. Per esempio, sulla tenuta della rete. E anche i giudici si preparavano al debutto.
Circolava, tutt’al più, l’ipotesi di un decreto legge che correggesse alcuni punti critici del regolamento sul processo telematico, il Dpcm 40/2016. A partire dall’esigenza di chiarire a quali ricorsi si dovesse applicare la novità: se solo a quelli incamerati a partire da oggi o anche ai vecchi, nati in modalità cartacea. Problema che il segretariato della giustizia amministrativa si era comunque premurato di risolvere con una nota inviata ieri agli addetti ai lavori. Il documento spiegava che la partenza della novità avrebbe riguardato solo i nuovi ricorsi.
Un’interpretazione in linea con quanto chiesto dal Consiglio di Stato nel parere sul Dpcm 40. In quell’occasione, la sezione atti normativi di Palazzo Spada aveva rilevato come il regolamento prevedesse in modo specifico la modalità digitale per i ricorsi presentati, sia presso i Tar sia al Consiglio di Stato, a partire dal 1° luglio. Lasciando, pertanto, intendere che per gli atti già incardinati prima di oggi si continuasse a seguire il vecchio regime.
Il problema era, però, che la norma primaria – articolo 136, comma 2, del Dlgs 104/2010 (codice del processo amministrativo) – non dava spazio all’interpretazione seguita nel regolamento, facendo invece capire che il processo telematico si dovesse applicare a tutti gli atti, anche quelli già incardinati prima di oggi. Per questo il parere della sezione atti normativi chiedeva al Governo di intervenire sulla norma primaria e modificarla nel senso del doppio binario.
Nel regolamento definitivo, invece, il doppio binario era poi stato eliminato, aumentando i dubbi. Il chiarimento era, dunque, quanto mai necessario. Ecco perché la nota di ieri – seppure in via interpretativa e che, dunque, prestava il fianco a qualche osservazione – del segretariato della giustizia amministrativa.
Chiarimento che, però, è stato sorpassato dall’intervento radicale di Palazzo Chigi, che ha scelto di congelare tutto per un altro semestre. Altri sei mesi per continuare a sperimentare e, si spera, per mettere nero su bianco a quali ricorsi si applicherà il nuovo processo. Antonello Cherchi