PROCESSO CIVILE: I processi in cura dimagrante (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

RITO CIVILE/ Dopo il disco verde in commissione il ddl è ora in aula alla Camera
I processi in cura dimagrante
Cause semplici, un solo giudice. Tribunale delle imprese

«Cura dimagrante» per il processo di primo grado: a dirimere le controversie semplici sarà il giudice monocratico, di quelle più complesse (e danarose) si occuperà il tribunale collegiale. E, insieme a un rinvigorimento del tribunale delle imprese, la negoziazione assistita tramite gli avvocati (facoltativa) sarà permessa pure nelle liti individuali di lavoro. A prevederlo è il disegno di legge delega sull’efficienza del processo civile (C. 2953-A e abb.) che ha iniziato ieri, con la discussione generale, il cammino nell’aula della camera; un provvedimento (licenziato il 3 marzo scorso dalla commissione giustizia) per il quale il guardasigilli Andrea Orlando ha usato parole altisonanti, definendolo il «più strategico» portato in assemblea dal governo, considerato che «il cattivo funzionamento della giustizia civile pesa ogni anno un punto del pil e da questo, in un’epoca in cui la crescita di un decimale può fare la differenza», da tali norme «potrebbe derivare un miglioramento dell’economia del paese». Rilevante (si veda in pagina la tabella con le novità principali) è il restyling dei tribunali delle imprese: le future «sezioni specializzate per l’impresa e il mercato» allargheranno il raggio d’azione, trattando, fra l’altro, la concorrenza sleale e pubblicità ingannevole, i casi di «class action» e si occuperanno degli appalti pubblici (ora rientranti nella giurisdizione del giudice ordinario) e di tutte le controversie societarie, pure se relative a società di persone. Una modifica importante, ha spiegato il guardasigilli, visto che le aziende straniere che investono in Italia «sanno di avere quella corsia preferenziale costituita dal tribunale delle imprese, in grado di arrivare a sentenza nell’80% dei casi in meno di un anno».
Quanto, poi, ai tribunali dei minori, il ddl delega stabilisce che entrino nella giustizia ordinaria: in sede distrettuale faranno parte della sezione specializzata con funzioni esclusive in materia di persone, famiglia e minori (su adozioni, revoca e sospensione della responsabilità genitoriale e penale minorile), in sede circondariale nasceranno sezioni specializzate con funzioni prevalenti in materia di persone, famiglia e minori, e ugualmente presso le Corti d’appello e le sezioni distaccate di Corte d’appello. Infine, presso le procure distrettuali (o in ogni sede di Corte d’appello) dove confluiranno le procure minorili sarà istituito un gruppo «ad hoc» per persone, famiglia e «vittime vulnerabili».
Per quel che concerne, inoltre, i gradi di giudizio, oltre a rendere snello, come evidenziato, il primo grado, accadrà che pure in appello sarà il giudice monocratico a decidere le controversie di «ridotta complessità giuridica e di contenuta rilevanza economico-sociale»; nei casi di competenza del collegio, invece, le cause saranno trattate e istruite dal consigliere relatore (anche ammettendo, eventualmente, i nuovi mezzi di prova), mentre per il filtro in appello ci sarà un potenziamento, stabilendo che il contraddittorio prima della decisione di inammissibilità sia in forma scritta e, soprattutto, applicandolo anche ai provvedimenti che definiscono il «procedimento semplificato di cognizione». Novità a seguire per la Cassazione: si estenderà l’ambito operativo del giudizio camerale per «limitare la necessità di udienze pubbliche», e gli avvocati non prenderanno parte all’udienza in camera di consiglio, ma vi parteciperanno per iscritto. Premi (in denaro), infine, ai tribunali «virtuosi»: il 40% dei fondi per l’incentivazione del personale andrà agli uffici senza più pendenze ultradecennali, il 35% per quelle «ultratriennali (in primo grado) e ultrabiennali (in appello) inferiori a un quinto dei procedimenti iscritti». E il resto alle sedi il cui carico sia sceso del 10%. Simona D’Alessio

Foto del profilo di Andrea Gentile

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