IL SOLE 24 ORE
Riforme in cantiere. Alla Camera il primo via libera alla delega
Liti civili più rapide: entro tre mesi la prima udienza
Giudice unico per le cause meno complesse
Esulta il ministro della Giustizia Andrea Orlando, al termine di una mattinata nella quale ha portato a casa il sì del Parlamento, sia pure in prima lettura, a due deleghe importanti: quella sulla riforma del Codice di procedura civile e quella sulla revisione della magistratura onoraria. Dalla Camera è arrivato il voto alla prima, mentre il Senato ha approvato la seconda. Fa due conti il ministro e sottolinea come ormai «siamo a 30 provvedimenti che riguardano la giustizia: il mosaico comincia a prendere forma. Siamo passati da 6 milioni di procedimenti arretrati del 2010 ai poco più di 4 milioni attuali».
Orlando tiene anche a sottolineare che la legge delega sul Codice di procedura mette in campo «elementi in grado di tutelare meglio i diritti del cittadino e anche di fornire una giustizia che supporti la competitività del Paese». Nella delega, infine, a giudizio del ministro, ci sono anche misure che vengono incontro alle preoccupazioni espresse dal primo presidente della cassazione sui carichi di lavoro della Corte, «un tema comunque che andrà affrontato anche nell’ambito della delega sul nuovo Codice di procedura penale (in discussione al Senato dopo il via libera della camera, ndr) e della riforma della giustizia tributaria».
Fanno muro nel sottolineare l’importanza del voto sulla delega di riforma del Codice anche tutti i big del Pd in commissione Giustizia. Dalla presidente Donatella Ferranti, al responsabile giustizia David Ermini, al capogruppo Walter Verini, ai relatori, Giuseppe Berretta e Franco Vazio. L’accento è messo in particolare sulla garanzia che la delega è in grado di offrire per processi dai tempi certi e prevedibili, sulla semplificazione delle forme processuali, sulla specializzazione dei giudici.
Nel dettaglio, nella legge delega sulla procedura civile, a misure di natura organizzativa se ne affiancano altre processuali. Tra le prime, le più significative sono senza dubbio rappresentate dall’estensione delle competenze delle sezioni specializzate in materia d’impresa: verranno assegnate loro anche le controversie in materia di concorrenza sleale, di class action, di pubblicità ingannevole, e quelle societarie anche quando riguardano società di persone e non più solo di capitali.
Riorganizzati poi i tribunali dei minori. Nascono, a livello distrettuale e sulla falsariga di quanto previsto per le sezioni lavoro, le sezioni specializzate in materia di persone, famiglia e minori, nelle quali saranno concentrati tutti i procedimenti su adozioni, revoca e sospensione della responsabilità genitoriale e penale minorile. Viene espressamente conservata la specializzazione del giudice e del pm minorile, e la composizione mista (togati ed esperti in psicologia) in sede distrettuale del collegio.
Andranno poi più risorse ai tribunali che si saranno dimostrati in grado di smaltire quote significative di arretrato, concentrando gli sforzi secondo il piano impostato al ministero sulle cause più vecchie. Nell’ambito dei fondi per l’incentivazione del personale, infatti, il 40% sarà destinato agli uffici senza più pendenze vecchie di oltre un decennio, il 35% agli uffici dalle pendenze ultratriennali in primo grado e ultrabiennali in appello inferiori a un quinto dei procedimenti iscritti.
Sul piano più tipicamente processuale, la delega istituisce una sorta di doppio binario, affidando le cause meno complesse alla competenza del giudice unico che dovrà procedere nella forma del rito semplificato di cognizione (prima udienza entro 3 mesi, termini perentori da rispettare per eccezioni, conclusioni e mezzi di prova, sentenza in forma concisa). Le altre saranno di competenza del collegio, che procederà nelle forme del rito ordinario; collegio che potrà però essere chiamato direttamente a decidere dopo la prima udienza se il giudice istruttore ritiene che la causa è matura per la decisione.
La complessità farà poi la differenza anche in appello, dove le cause più semplici e di minore rilevanza economico sociale saranno affidate alla decisione del giudice unico. Nei casi di competenza del collegio il giudice relatore potrà anche procedere all’ammissione di nuovi mezzi di prova. In Cassazione si punta tra altro a ridurre le udienza pubbliche attraverso un allargamento del giudizio camerale.
Valorizzata ancora la proposta di conciliazione del giudice: il rifiuto delle parti, ma anche la loro mancata comparizione, potrà essere valutato ai fini del giudizio sulla lite. Parti poi che verranno sanzionate anche quando avviano o resistono nel processo con mala fede: in caso di soccombenza è prevista la condanna aggiuntiva di una somma alla controparte dal doppio al quintuplo delle spese legali. La negoziazione assistita si estenderà poi alle cause di lavoro, senza però che diventi, come adesso previsto per alcune materia, condizione di procedibilità. E, per le controversie sui licenziamenti, è destinato a sparire il rito Fornero e le relative complicazioni che lo avevano condotto sino alla Corte costituzionale. Giovanni Negri