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Primo sì riforma processo civile, Colletti: «avere giustizia sarà più difficile e costoso»
Per chi perde condannato al quintuplo del contributo unificato
ROMA. Primo sì del Parlamento alla riforma del processo civile ed a quella della magistratura onoraria. Nello stesso giorno in cui la Camera approva la delega sul nuovo processo (che il guardasigilli Andrea Orlando definisce uno “strumento fondamentale per avere una giustizia più efficiente), l’Aula di Palazzo Madama licenzia il nuovo unico statuto per giudici di pace, giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari. Varie le novità introdotte dalla delega sul processo civile.
Crescono le competenze del tribunale delle imprese, che oltre alle cause attuali si occuperà tra l’altro di concorrenza sleale e pubblicità ingannevole, class action e controversie societarie anche se relative a società di persone. Arrivano, poi, sezioni e gruppi specializzati per la persona, la famiglia e i minori, con particolare attenzione anche alle vittime vulnerabili, con una la sostanziale razionalizzazione della giustizia minorile, la cui attività deve essere svolta in locali specifici e adeguati.
La riforma snellisce il processo in primo grado, creando una sorta di doppio binario a seconda della complessità giuridica delle controversie e della loro rilevanza economica. Prevede nelle controversie individuali di lavoro la negoziazione assistita tramite avvocati, abrogando il ‘rito Fornero’ per le controversie sui licenziamenti illegittimi ex art. 18. Ma ci saranno più filtri in appello, dove sarà il giudice monocratico a decidere le controversie di ridotta complessità giuridica e di contenuta rilevanza economico-sociale. Il decreto ingiuntivo sarà più efficace, e diventa, poi, più semplice l’esecuzione forzata. A meno che non sia di pregiudizio ai creditori, i beni immobili saranno venduti con modalità telematiche e il giudice può dichiarare la chiusura anticipata del processo esecutivo ove non sia possibile liquidarli a un prezzo non inferiore alla metà di quello iniziale.
Ed è prevista l’impignorabilità dei beni di uso quotidiano di modesto valore e degli animali d’affezione. E se viene rafforzato il processo telematico, ci sarà una stretta sulle liti temerarie: rischierà sanzioni più salate chi agisce o resiste in giudizio in mala fede, se perde dovrà pagare in più una somma alla controparte tra il doppio e il quintuplo delle spese legali. Se in mala fede o colpa grave, è comunque condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. Infine, Ai tribunali che smaltiscono l’arretrato andranno più risorse. Contemporaneamente, il Senato ha varato un provvedimento teso a razionalizzare la gestione del personale della magistratura onoraria attraverso un unico statuto per giudici di pace, giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari. In particolare, viene ampliata la casistica in cui il giudice di pace può decidere secondo equità, per le cause che non superano i 2.500 euro, e viene prevista una sezione autonoma del consiglio giudiziario con la partecipazione di magistrati onorari elettivi. Durerà un anno la delega che prevede un’unica figura di giudice onorario e disciplina le modalità di accesso, il procedimento di nomina, il tirocinio, le modalità di impiego, il procedimento di conferma, la durata massima dell’incarico, la responsabilità disciplinare, la formazione professionale. Nel settore civile è prevista la possibilità di ampliare la competenza dell’ufficio del giudice di pace per materia e valore.
Molto critico il deputato abruzzese Andrea Colletti che spiega nel suo intervento la sua contrarietà. Secondo l’M5s con la riforma aumenterebbero i costi di accesso alla giustizia con «l’aumento del 100% delle tasse di accesso alla giustizia alle imprese, alle società di persone e per le class action».
Diminuirebbero anche i diritti delle imprese e la tutela che l’ordinamento giuridico italiano dà a tutte le piccole e medie imprese, a coloro che già soffrono per la crisi.
I giudici sarebbero senza controllo: «il processo ordinario», scrive Colletti, «diventerà un processo sommario: avremo un giudice che potrà decidere tutto, avrà quasi “diritto di vita o di morte” sui diritti delle persone, senza che le parti, gli avvocati e le stesse persone possano fare nulla».
E se chiedi giustizia e perdi, lo Stato condannerà al quintuplo delle spese legali o al quintuplo del contributo unificato. «Se sei ricco puoi fare la causa; se sei magari un operaio, non ti conviene chiedere la tutela dei propri diritti, stai zitto e subisci in silenzio perché, altrimenti, io Stato italiano ti massacro», ha chiuso Colletti.