ITALIA OGGI
Le modifiche in commissione al ddl delega penale. Intercettazioni sotto tiro
Giro di vite su furti e rapine
Fino a sei anni di carcere per chi ruba nelle case
Sab. 25 – Giro di vite per chi commette furti nelle abitazioni: si rischiano non più 3, ma fino a 6 anni di reclusione, mentre se il reato è aggravato si passa dai 2 ai 6. Maglie (ancora più) strette pure per rapina semplice e aggravata, per la quale la pena arriverà fino ai 10 anni.
E nel mirino finiscono le conversazioni «carpite in modo fraudolento, con registrazioni, o riprese» video, per le quali si potrebbero aprire le porte del carcere fino a 4 anni, misura che verrà modificata per «non mettere il bavaglio alla libera informazione». Sono le novità emerse dai lavori in commissione giustizia alla camera sul Disegno di legge delega al governo per rivedere il codice penale e il codice di procedura penale, rafforzando, fra l’altro, le garanzie difensive e intervenendo sulla durata ragionevole dei processi (2798 e abb.); il testo approderà in Aula la prossima settimana per la votazione, dopo che è stato dato il mandato alla relatrice Donatella Ferranti (Pd). Fra le misure orientate ad ampliare i diritti della parte offesa, c’è quello della persona, a 6 mesi dalla denuncia presentata, a poter conoscere lo stato del proprio procedimento, attribuendole così potere di controllo e stimolo all’attività del pubblico ministero; inoltre, le si dà più tempo per opporsi alla richiesta d’archiviazione che, nel caso di un reato assai comune come il furto in casa, dovrà (contrariamente a quanto accade adesso) in ogni caso esserle comunicata. A seguire, saranno velocizzati i passaggi delle indagini, visto che il testo uscito dall’organismo parlamentare ha stabilito che il rinvio a giudizio, o la richiesta di archiviazione dovranno essere presentati entro 3 mesi dalla scadenza del termine, o dalla conclusione delle indagini, mentre è stato fissato uno specifico «potere di vigilanza» del procuratore generale sulla tempestiva e la regolare iscrizione nel registro degli indagati.
Come già messo in risalto, è stato approvato l’inasprimento delle pene per reati di allarme sociale, quali le rapine, così come maggiore severità avverrà in caso di condanna per il voto di scambio politico-mafioso che dagli attuali minimi e massimi di 4 e 10 anni salirà a 6 e 12. Il governo, inoltre, secondo quanto si legge in un emendamento della relatrice, dovrà rivedere le norme per l’accesso ai benefici penitenziari per i condannati alla pena dell’ergastolo e quelle per l’accesso alle misure alternative alla permanenza dietro le sbarre, tranne che per i casi di eccezionale gravità e pericolosità e, in particolare, per i condannati per mafia e terrorismo; i pentiti per tali crimini, però, è stato deciso, potranno sempre partecipare a distanza ai processi in cui sono imputati, attraverso video collegamenti.
Quanto alle polemiche per la norma, primo firmatario Alessandro Pagano (Ap), che sanziona le registrazioni «rubate», osteggiata dal M5s, David Ermini, responsabile giustizia del Pd, ha fatto sapere che verrà corretta nell’Assemblea di Montecitorio, escludendo «esplicitamente l’esercizio legittimo di attività professionali». E tutelando così i giornalisti. Simona D’Alessio