LA REPUBBLICA
“Intercettazioni irrinunciabili
si cambi la riforma del Senato”
ROMA. Giù le mani dalle intercettazioni, strumento «irrinunciabile», e disco verde a possibili modifiche della riforma istituzionale. Il presidente del Senato Pietro Grasso, nella tradizionale cerimonia estiva del Ventaglio con la Stampa parlamentare, entra nel pieno del dibattito politico, lo fa a tutto campo, sottolineando anche la necessità di una chiusura rapida del capitolo unioni civili. Perché «qualsiasi unione tenuta insieme da affetto, solidarietà e condivisione merita di essere tutelata» e poi perché la sentenza della Cassazione che apre in quella direzione risale al 2010.
Ma è sulle intercettazioni che la seconda carica dello Stato si dilunga, forte dell`esperienza da procuratore nazionale antimafia. E poco importa
che il testo sia all`esame della Camera e non del. Senato. Il capitolo sembra destinato a essere rinviato a settembre, dopo la correzione targata pd
per evitare l`effetto bavaglio. Ma nella maggioranza a Montecitorio non viene ancora escluso un blitz in conferenza dei capigruppo che potrebbe rimettere in pista la legge sulle intercettazioni per un`approvazione alla Camera proprio
nell`ultima settimana prima della pausa estiva.
Grasso non ha dubbi. «Le intercettazioni, lo dico da sempre, sono un mezzo di indagine irrinunciabile e indispensabile che non va in alcun modo limitato.
Quanto alla pubblicazione del loro contenuto, occorre conciliare diversi principi democratici: la segretezza delle indagini, la riservatezza della vita privata, il diritto all`informazione». E siccome «in questa materia esistono già diverse norme, evidentemente non sempre rispettate, si potrebbe regolare meglio la gestione delle intercettazioni, ad esempio attraverso un`udienza filtro che mantenga solo quelle utili al processo». E il suo discorso è riferito anche alla cosiddetta norma anti-iene. «La registrazione di conversazioni da parte di uno dei presenti è da sempre ritenuta legittima dalla Corte di Cassazione: si tratta di strumenti di grande utilità per le indagini su reati
molto gravi, come le estorsioni, la corruzione, lo stalking». E alla magistratura, ammonisce, non si chieda un ruolo di supplenza della politica.
Ma è l`uscita di Grasso sulla riforma del Senato ad aver colto di sorpresa maggioranza e governo. Non tanto quando sottolinea che «occorre privilegiare la strada dell`accordo politico alto, dell`intesa sui contenuti, piuttosto che la ricerca dei singoli voti». Quanto nel passaggio in cui esorta a una modifica dell`articolo 2 del testo ora all`esame della commissione Affari costituzionali, quello sulla nuova composizione. È lì che si anniderebbe,
a suo dire, «una contraddizione». Riguarderebbe la durata del mandato senatoriale dei sindaci.
E poi i compiti del Senato, più in generale. «Penso che l`Italia abbia bisogno di un Senato di garanzia, come avviene in molte altre democrazie. E credo che sarebbe equilibrato attribuire alcune funzioni esclusive e non concorrenti: funzioni di controllo, di inchiesta, di nomina, di raccordo con le istituzioni Ue». I tempi, ne è convinto Grasso, in caso di modifiche non si allungherebbero. Plaude da sinistra Loredana De Petris, «bene Grasso, si riapra la discussione sull`articolo 2». Gelo dal governo. «Non ho letto l`intervento del presidente, non commento» taglia corto il ministro
delle Riforme Maria Elena Boschi, la quale da tempo ha escluso una riapertura del confronto (invocato dalla sinistra dem) proprio su quella norma.