PROCESSO PENALE: Intercettazioni private. Grasso avverte: «Non vanno limitate» (Il Secolo XIX)

IL SECOLO XIX

OSTRUZIONISMO M5S, SLITTA IL VOTO ALLA CAMERA
Intercettazioni private
Grasso avverte: «Non vanno limitate»

Il presidente del Senato interviene sulla riforma
«Sono utili per reati gravi. Sì all`udienza filtro»

ROMA. Nessuno tocchi le intercettazioni: parola di ex magistrato. Era immaginabile che prima o dopo anche il presidente del Senato, Piero
Grasso avrebbe detto la sua sulla polemica di piena estate che ha investito il ddl Penale in discussione alla Camera. Il voto dell`aula è slittato alla
prossima settimana, anche per l`ostruzionismo che hanno scatenato i 5 Stelle. Si punta al contingentamento dei tempi per evitare altri agguati dei pentastellati e chiudere in fretta. Nel frattempo restano gli strascichi di un conflitto interno alla maggioranza, tra Ncd, che ha tentato il blitz con
un emendamento firmato Alessandro Pagano per vietare le registrazioni private, e il Pd che ha provato a mettere una toppa per salvare il lavoro
dei giornalisti. Una soluzione che non soddisfa ancora molti magistrati convinti della necessità di questo tipo di registrazioni come fonte di prova,
fornita anche da semplici cittadini, in inchieste di mafia, corruzione, truffa e così via.

«Ok alle registrazioni? Come i colleghi, così la pensa Grasso, per il quale, «le intercettazioni sono un mezzo di indagine irrinunciabile e indispensabile che non va in alcun modo limitato». Per quanto riguarda il nocciolo della questione politica, gli ascolti tra privati, la registrazione «è da sempre ritenuta legittima dalla Corte di Cassazione – spiega il numero uno del Senato durante la cerimonia del Ventaglio – ed è inoltre uno strumento di grande utilità per le indagini su reati molto gravi, come le estorsioni, la corruzione e lo stalking».

Senza considerare un altro aspetto della faccenda, e cioè che in molti casi «la diffusione illecita del contenuto delle intercettazioni è dovuta alla slealtà di pubblici ufficiali, che devono essere perseguiti con la massima determinazione per rivelazione del segreto d`ufficio». Come dire: se si deve colpire, lo si faccia altrove.

Sulla pubblicazione, invece, la convinzione di Grasso è che, nell`equilibrio necessario tra privacy, diritto all`informazione e segretezza delle indagini, esistono già norme «evidentemente non sempre rispettate» che potrebbero regolare meglio la gestione delle intercettazioni, «ad esempio attraverso un`udienza filtro che mantenga solo quelle utili al processo».

Il tetto dei 3 mesi

Ma è anche un altro il punto della riforma del processo penale che ha scatenato le reazioni dei magistrati, dall`Anm al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato.

Nel disegno di legge, nell`intenzione di affermare il principio della ragionevole durata dei processi, viene introdotto un limite di tre mesi per chiedere il rinvio a giudizio o l`archiviazione, a partire dalla scadenza dell`ultimo termine di indagine. Scaduti i tempi, il pm può vedersi anche avocato il procedimento. Ad accogliere le preoccupazioni dei magistrati è, tra gli altri, la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi, Pd: «Applicare il termine 3 mesi per tutti i procedimenti non appare ragionevole e rischia di compromettere l`efficacia dell`azione penale». Non tutti i processi e non tutte le inchieste sono uguali. Ce ne sono di molto complesse, per mafia e terrorismo, per le quali, ragiona Bindi, un vincolo potrebbe essere controproducente.

I tempi

A questo punto sarà l`aula di Montecitorio a decidere se procedere secondo il tracciato del ddl o riformularne alcune parti. Il Guardasigilli Andrea
Orlando si è opposto allo stralcio della delega sulle intercettazioni. Oggi si deciderà quando riprendere l`esame del testo integrale della riforma.

Molto probabilmente a metà della prossima settimana, con tempi contingentati. Una prospettiva cui si oppongono i grillini: «Così – dicono –

il bavaglio lo mettono anche al parlamento».  ILARIO LOMBARDO
Il confronto
INTERCETTAZIONI

COM`È OGGI

E` permessa dalla Cassazione la registrazione privata, anche tra semplici cittadini. Eventuali abusi sono già coperti da reati esistenti (sulla diffamazione, sulla illecita interferenza della vita privata e violazione della privacy)
COME SARÀ

Vengono puniti gli autori delle registrazioni o riprese tra privati.
Sono escluse quelle utilizzabili in un procedimento amministrativo o
giudiziario, o nell`esercizio del diritto di difesa e di cronaca. Viene
tutelato il lavoro dei giornalisti, ma, secondo molti magistrati, in questo
modo verrebbero comunque disincentivate le denunce di privati
cittadini

TETTO DI TRE MESI DOPO LE INDAGINI
COM`È OGGI

Alla fine della fase di indagine, il pm non ha un limite prefissato entro il quale richiedere il rinvio a giudizio o l`archiviazione. In generale, però, il codice prevede che il pm concluda le indagini entro due anni.
COME SARÀ Viene introdotto l`obbligo di chiudere le inchieste entro tre mesi dalla scadenza dell`ultimo termine di indagine: pena l`avocazione del procedimento.

 

 

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