IL MESSAGGERO
Orlando interverrà, c`è la sponda di Strasburgo
IL RETROSCENA
dom.26 – ROMA Tornare indietro è (politicamente) impossibile. Vuoi perché avrebbe il sapore di una resa anzitempo su un tema – le intercettazioni – rispetto al quale nessun governo è riuscito a portare a compimento una benché minima riforma. Vuoi perché cominciare a dividersi su un singolo
emendamento è musica per le orecchie dei M5S. Tuttavia, rimediare al pasticcio della cosiddetta norma “ammazza-Iene” non sarà facile. Gli uffici del Guardasigilli Orlando sono già al lavoro.
E stanno ipotizzando di escludere l`avverbio “fraudolentemente” e di prevedere che la pena valga «salvo che per l`esercizio legittimo
del diritto di cronaca». Per quanto l`autore dell`emendamento, Alessandro Pagano, assicuri che l`intenzione non era affatto quella di mettere un bavaglio alla stampa, per riscrivere quella norma si dovrà tener conto di alcuni “caveat” non aggirabili.
Il primo è rappresentato da una recente sentenza della Corte di Strasburgo che ha “sdoganato” l`uso di telecamere nascoste da parte dei giornalisti. Lo scorso febbraio la Corte europea dei diritti dell`uomo ha dato ragione alla reporter di un`emittente televisiva svizzera che in sede penale era stata condannata a una sanzione pecuniaria (e non al carcere) per un servizio di denuncia.
IL REPORTAGE
Per documentare una truffa ai danni dei consumatori nella vendita
delle polizze assicurative, la giornalista si era finta cliente e aveva registrato un colloquio con un broker dell`assicurazione. Strasburgo ha sì ammesso
una violazione nella sfera privata del broker, ma allo stesso tempo
ha riconosciuto che il servizio aveva come scopo principale l`interesse
della collettività a ricevere informazioni su una questione di carattere generale. La decisione della Corte europea dei diritti dell`uomo fissa anche un altro importante paletto: è vero che la multa nei confronti della
giornalista svizzera è stata lieve, ma la condanna penale in sé scrivono
i giudici di Strasburgo ha un effetto deterrente sulla libertà di stampa, spingendo il reporter ad astenersi dal fornire notizie di interesse pubblico anche scottanti, pur di evitare condanne e processi.
I CORRETTIVI
Nel testo dell`emendamento Pagano, il ricorso all`avverbio “fraudolentemente” da parte di chi compie registrazioni o riprese per recare danno alla reputazione o all`immagine altrui, se da un lato ha delimitato una fattispecie oggettiva, dall`altro ha lasciato irrisolto il problema del
destinatari: così formulata la norma potrebbe applicarsi anche a chi compie giornalismo d`inchiesta con telecamere o microfoni nascosti? Per Strasburgo sarebbe inimmaginabile. Ma chiarire il punto, fanno notare alcuni esperti di diritto, non sarà tecnicamente, facile. Silvia Barocci