PROCESSO PENALE: Pene più severe per i «reati di strada» (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

 

Giustizia. Accordo su tre emendamenti del Governo al Ddl sul processo penale che inaspriscono i minimi per furti, scippi e rapine – Intesa da trovare sulle modifiche presentate da Ncd

Pene più severe per i «reati di strada»

 

 

ROMA. «Bene gli aumenti del minimo di pena per furti in abitazione, scippi e rapine nonché le misure che incentivano riti alternativi e puntano al risparmio di risorse e di tempo. Mi preoccupano, invece, alcuni proposte della maggioranza che vanno nella direzione opposta alla semplificazione del processo (nel rispetto delle garanzie) e che, quindi, rappresentano un passo indietro rispetto all’originario disegno governativo». Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia della Camera è anche relatrice del Ddl governativo sul processo penale nel quale da ieri sono trasmigrati (come emendamenti del governo) anche gli inasprimenti delle pene minime dei cosiddetti “reati di strada”, che nelle intenzioni originarie dell’Esecutivo (annunciate nei giorni scorsi) dovevano far parte di un imminente decreto legge sulla «sicurezza urbana». Ferranti, alle prese con oltre 300 emendamenti al Ddl, si accinge a dare, tra oggi e martedì prossimo, i suoi pareri e a preoccuparla sono soprattutto alcune modifiche targate Nuovo centrodestra che, recependo le istanze degli avvocati penalisti, toccano punti nevralgici della riforma (appello, ricorso in Cassazione, iscrizione nel registro delle notizie di reato,ingiusta detenzione) rischiando, se approvati, di «svuotarla». Modifiche su cui sarà difficile una mediazione, anche se è questo l’appello della relatrice a Governo e maggioranza «altrimenti – osserva polemicamente – finiamo per approvare un testo soltanto per limitare la pubblicabilità delle intercettazioni telefoniche».

Il Ddl sul processo penale fa parte del pacchetto di riforme varate lo scorso agosto dal governo, anche se in Parlamento si è materializzato solo a inizio d’anno. Contiene norme diverse (anche penitenziarie) ma punta essenzialmente a snellire il processo penale e dovrebbe andare in Aula il 27 luglio, anche se il voto potrebbe slittare a settembre. Ieri il governo ha presentato sei emendamenti, di cui tre sull’aumento delle pene minime per furti, scippi e rapine, su cui c’è accordo nella maggioranza. Inasprimenti «che da un lato cercano di evitare condanne troppo esigue, dall’altro – spiega Ferranti – vanno a compensare la previsione secondo cui, in caso di furto monoaggravato senza violenza, con il risarcimento del danno o la restituzione il reato si estingue». Qui l’accordo è pieno, e così pure sugli emendamenti che estendono la partecipazione dell’imputato al dibattimento in videoconferenza e incentivano il ricorso al rito abbreviato per le contravvenzioni (la pena si riduce della metà e non di un terzo).

Manca invece l’accordo su alcuni emendamenti di Ncd, come quello (proposto anche da Scelta civica) che impone al giudice di verificare (ex post) la tempestività dell’iscrizione della notizia di reato. «Sono contraria – dice Ferranti -. Meglio chiedere un controllo più efficace dei capi delle Procure». Contrario anche del governo. Il “no” si estende ad altre modifiche che, malgrado l’accordo in Consiglio dei ministri, sopprimono le novità per semplificare appello e ricorso in Cassazione. Ferranti propone una mediazione, e cioè che, a fronte del percorso guidato imposto al giudice, anche chi impugna segua un percorso guidato sui motivi di appello (soluzione recepita dai lavori della commissione Canzio, cui parteciparono anche gli avvocati penalisti). Si vedrà nei prossimi giorni.

 

 

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