IL MESSAGGERO
Prescrizione, intesa tra Orlando e centristi
Ma i renziani frenano
Giustizia, in aula al Senato si rischia il caos poi l`impasse si sblocca
Il Guardasigilli vuole accelerare con la fiducia. I dubbi del premier
LA RIFORMA
ROMA. Continua ad essere una corsa ad ostacoli l`iter della riforma del processo penale che contiene, tra l`altro, le nuove norme sulla prescrizione e sulle intercettazioni.
Un braccio di ferro nella maggioranza e nel governo. Il primo si gioca tra Ape una larga fetta del Pd e per ora si e` risolto con la decisione di accantonare
gli emendamenti della discordia, a firma del dem Lumia, e di far riferimento al testo licenziato dalla Commissione Giustizia. Il secondo e` ancora in corso
perché il ministro Orlando intende accelerare, aveva promesso il passaggio dall`Aula di palazzo Madama entro l`estate e vorrebbe chiudere con la fiducia. Ma Renzi continua a frenare.
L`OBIETTIVO
E così` l`ipotesi fiducia si allontana sempre di più. Il Pd punta a far melina e anche la settimana prossima la previsione è che si allungheranno i tempi prima di decidere se blindare il testo. Un testo che il premier considera
troppo affrettato, eccessivamente a vantaggio dei giudici. Al Senato non c`è un fedelissimo del presidente del Consiglio che è disposto a promuoverlo. L`intenzione quindi e` di non forzare la mano, anche se nei prossimi giorni si valuterà il da farsi.
I RISCHI
Perché il rischio di andare sotto, procedendo emendamento per emendamento (sono oltre 400), c`è. I numerosi voti segreti (circa 270) previsti potrebbero rappresentare delle trappole. Ala è da tempo sulle barricate, molti senatori di Ap continuano a manifestare perplessità e anche una parte dei dem non e` affatto entusiasta.
Sulle nuove norme che allungano la prescrizione non è solo il partito di Alfano a remare contro. In ogni caso la partita per ora è in mano al ministro Boschi
che da giorni si sta confrontando con il suo collega Orlando. Il responsabile
della Giustizia con i suoi non ha nascosto la sua irritazione:
«Ora cominciamo a votare, poi vediamo», ha spiegato.
IL CONFRONTO
Si è recato personalmente alla riunione di Ap per incontrare la capogruppo Laura Bianconi. «Non siamo disponibili a fare passi indietro rispetto a quanto
stabilito prima della pausa estiva», ha ribadito quest`ultima. «Le rassicurazioni e i rinnovati impegni di rispetto degli accordi di maggioranza del ministro Orlando ad Ap in tema di prescrizione ci soddisfano, credo che
l`ipotesi della fiducia sia tramontata», ha detto il presidente della commissione Giustizia del Senato, D`Ascola, «resta in piedi al massimo la possibilità di singole fiducie su singoli articoli o passi».
IL TIMORE
Il timore di Ap e` legato soprattutto agli emendamenti del relatore
Casson che anche in caso di ritiro potrebbero essere fatti propri dal M5s. La schiarita tra Orlando e Ap non ha quindi ancora fatto chiarezza sulle prossime
mosse della maggioranza. I renziani non vogliono alimentare tensioni prima del referendum. Ma il Guardasigilli non è più disposto a tergiversare. E ha mandato avanti i giovani turchi. «Occorre fare presto, il disegno di
legge del governo è un tassello fondamentale», hanno messo nero su bianco la senatrice Maturani, vicepresidente del gruppo e il senatore Borioli.
I NUMERI
I numeri a palazzo Madama sono ballerini: in due giorni è mancato per ben sei volte il numero legale. M5s e FI, per ragioni opposte, sono pronti alla guerra parlamentare, mentre la minoranza dem non dovrebbe sfilarsi, anche se l`eventualità che invii messaggi al premier nel voto segreto non è affatto esclusa. I franceschiniani invece premono affinché la nebbia si diradi velocemente. Il ministro della Cultura vorrebbe vedere al più presto calendarizzata nell`Aula di palazzo Madama la riforma del cinema
che contiene delle scadenze da rispettare, in vista della legge di stabilità.
Emilio Pucci