ITALIA OGGI
Processo penale, maggioranza unita
Decisamente in salita l’esame in aula al senato della riforma del processo penale: per ben sei volte ieri è mancato il numero legale anche solo per proseguire la discussione generale e nonostante la presenza (nel pomeriggio) del ministro della giustizia Andrea Orlando. Ministro che comunque è riuscito a sbloccare la situazione dopo un incontro con la capogruppo di Ap, Laura Bianconi. La missione del guardasigilli per mantenere salda la maggioranza è quella di garantire che il testo di compromesso approvato in commissione giustizia prima dell’estate regga, evitando sia fughe giustizialiste (di parte del Pd) che garantiste (di parte di Area popolare).
E il primo passo distensivo è stato quello, ieri pomeriggio, del ritiro degli emendamenti Lumia, sia quello sulla prescrizione nei casi di infortuni sul lavoro; sia quelli ampi e corposi sulle notificazioni via Pec e comunque tali da evitare nullità e inefficacia per assenza dell’indagato/imputato. Non ha invece ritirato i suoi emendamenti Felice Casson, facendone una questione di «bandiera».
Chiusa la discussione generale, oggi (o la prossima settimana) si passerà ai voti sugli emendamenti e solo dopo la verifica dell’andamento dei lavori di aula, il guardasigilli deciderà se chiedere al governo di mettere la fiducia, magari solo sugli articoli più critici. Tra questi vi sono sicuramente quelli sulla prescrizione. Negli interventi di ieri, i rappresentati di Ap hanno ribadito la bontà della soluzione raggiunta, di sospendere per un anno e mezzo il termine sia dopo il primo grado che dopo il secondo grado. Oltre questo, la maggioranza rischierebbe. A fare da sponda, d’altra parte, ci sono i dati dello stesso ministero della giustizia, più volti evocati in aula. I dati ministeriali certificano che nell’ultimo decennio le prescrizioni si sono ridotte del 40% (passando dalle 213 mila nel 2004 alle 132 mila nel 2014), grazie alla riforma del 2005 (la legge ex Cirielli n. 251). Rimane confermato il dato che la fase procedurale che segna il maggior numero di estinzione dei reati è la fase predibattimentale (57% nel 2013, ultimo anno rilevato), soprattutto nel distretto di Milano (78%). Claudia Morelli