IL SOLE 24 ORE
Giustizia. Lo slittamento del ddl di riforma, per dare precedenza alla legge sull’editoria, sarà recuperato probabilmente con il voto di fiducia per superare i 400 emendamenti
Processo penale, rinvio con «fiducia»
ROMA. Slitta l’esame in Aula, al Senato, della riforma del processo penale (che contiene anche le norme su prescrizione e intercettazioni) per lasciare il passo alla legge sull’editoria; ma il tempo perduto potrebbe essere recuperato con la richiesta del voto di fiducia da parte del Governo, a fronte degli oltre 400 emendamenti presentati in Aula. Il Governo vuole evitare che l’approvazione definitiva del provvedimento (destinato a ritornare alla Camera dopo il passaggio al Senato) avvenga troppo a ridosso del voto referendario.
La riforma del processo penale, benché in calendario, non figura nell’odierno ordine del giorno dell’Assemblea di Palazzo Madama, in cui risulta soltanto la legge sull’editoria, ritenuta prioritaria. Subito dopo (a fine settimana o più probabilmente la prossima) dovrebbe cominciare l’esame dell’atteso provvedimento e per recuperare terreno il governo sta valutando di chiedere il voto di fiducia, dettato non tanto dal rischio di maggioranze trasversali su emendamenti “scomodi” – come quello presentato dal Dem Felice Casson nella veste di senatore, e non di relatore del Ddl, che interrompe la prescrizione con la sentenza di condanna di primo grado, gradito ai 5Stelle ma contestato da Ap (e da una parte del Pd) – quanto, invece, dall’esigenza di non allungare troppo i tempi a causa dei 400 emendamenti presentati, che potrebbero far slittare il voto finale del Senato ad ottobre e il sì definitivo della Camera a novembre, proprio a ridosso del referendum costituzionale. Inoltre, a Montecitorio incombe anche la legge di Bilancio.
Dei 400 emendamenti, i sei dei relatori Casson-Cucca (Pd) propongono, fra l’altro, aumenti di pena per il reato di estorsione (il minimo sale da 6 a 7 anni); il recupero del periodo di sospensione della prescrizione (18 mesi sia in appello che in Cassazione) se la sentenza successiva alla condanna è di proscioglimento (oggi è scritto di «assoluzione»); la garanzia di mantenere segreta l’identità dei traduttori (da lingue straniere o dal dialetto stretto) necessari per la trascrizione di intercettazioni nei procedimenti per mafia e terrorismo. A titolo personale, Casson propone di bloccare la prescrizione dopo la condanna di primo grado e per alcuni reati (delitti ambientali di inquinamento, doloso o colposo, da cui derivino la morte o lesioni personali, nonché delitti in materia di lavoro) far decorrere i termini dall’acquisizione della notizia di reato. Intanto gli avvocati penalisti hanno deliberato due giorni di sciopero se il Senato non stralcerà l’«emendamento Gratteri» contenuto nell’articolo 33 del Ddl, che estende in modo «indiscriminato, ingiustificato e inaccettabile la partecipazione a distanza dell’imputato al processo». Donatella Stasio