PROCESSO TELEMATICO: Il processo online conquista spazio soltanto nel rito civile (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

I Tar rinviano e il tributario ancora sperimenta
Il processo online conquista spazio soltanto nel rito civile

Lun.4 – Il processo amministrativo non vuole disfarsi della carta. Oggi avrebbe dovuto essere, di fatto, il primo giorno di piena operatività del processo telematico, dopo il debutto fissato per il 1° luglio e dedicato – come sempre accade in questi casi – soprattutto a prendere le misure. Invece, se ne riparlerà tra sei mesi, il 1° gennaio 2017. Nella tarda serata di giovedì, infatti, il Governo ha deciso che i tempi non erano ancora maturi e con il decreto legge 117/2016 ha optato per la proroga. L’ennesima.
Uno scenario che nessuno si aspettava e prospettava. Non i giudici e neanche gli avvocati, che erano pronti a partire. Tanto che proprio per il 1° luglio era stato fissato a Genova il congresso nazionale dell’Unione degli avvocati amministrativisti, con l’intenzione, tra l’altro, di tracciare le prospettive del processo telematico. Ed è proprio da quel palco che il presidente di Palazzo Spada, Alessandro Pajno, ha commentato che «un Paese che rinvia è un Paese che non vuole affrontare la realtà», stigmatizzando «una circostanza molto italiana che non ci riporta alle migliori abitudini». Più diretto Umberto Fantigrossi, presidente dell’Unione: «È stato un fulmine a ciel sereno. Basta essere trattati da sudditi».
Sta di fatto che per altri sei mesi si continuerà con i vecchi metodi, con buona pace dei propositi di snellimento del contenzioso che si ripongono nel processo informatico e che, a giudicare dai risultati raggiunti nel civile, hanno un fondamento. Se non altro, Tar e Consiglio di Stato potranno continuare a sperimentare il giudizio telematico, con l’auspicio che il considerevole arretrato – oltre 240mila cause presso i tribunali e più di 26mila al Consiglio di Stato – abbia i tempi contati.
Il processo civile
Compie invece due anni l’utilizzo obbligatorio della telematica per depositare gli atti nel processo civile: è scattato il 30 giugno 2014 per i nuovi procedimenti e il 31 dicembre dello stesso anno per tutti gli altri. Le corti d’appello sono partite invece il 30 giugno 2015.
A maggio 2016 i depositi telematici da parte di avvocati e professionisti sono stati quasi 771mila, con un aumento del 33% rispetto a maggio 2015. Alla base dell’incremento l’estensione dell’obbligo alle Corti d’appello e, soprattutto, la crescita dell’utilizzo della procedura online anche per gli atti introduttivi: per questi ultimi il canale web è facoltativo (così come per le costituzioni in giudizio) ma in dodici mesi il suo utilizzo è più che raddoppiato (+105%).
Il bilancio è «positivo – afferma Paolo Ponzio, componente della giunta dell’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) – anche perché ha ridotto l’impatto della soppressione dei piccoli tribunali, che ha allontanato gli uffici giudiziari da molti avvocati». Restano però, rileva Ponzio, «alcune criticità. Intanto, le interruzioni del sistema, frequenti in alcune sedi. Inoltre, la persistenza di un processo cartaceo parallelo. La richiesta delle “copie di cortesia” da parte degli uffici giudiziari è comprensibile, perché i magistrati non possono studiare a video gli atti di causa, spesso voluminosi. Ma questa necessità viene fatta ricadere totalmente sugli avvocati».
Il problema delle “copie di cortesia” è in testa alle criticità evidenziate dall’Aiga (associazione italiana giovani avvocati), anche perché – come spiega Antonio Tesoro, del dipartimento processo telematico dell’associazione – «il ministero ha chiarito che la copia cartacea non può essere chiesta agli avvocati, ma devono essere le cancellerie a prepararla». Non c’è solo il problema della carta. Fra le difficoltà Tesoro sottolinea anche «il divieto di usare per le notifiche alle pubbliche amministrazioni il registro Ipa, che è completo, a differenza dell’elenco tenuto dal ministero della Giustizia che contiene solo il 40% degli indirizzi» e «le diverse regole tecniche adottate per i vari tipi di processo».
«Il fatto che il civile e l’amministrativo useranno due sistemi diversi è incomprensibile»,dice l’avvocato Carla Secchieri, consigliere nazionale del Cnf. «Il sistema sta andando a regime – continua Secchieri – e anche i fermi tecnici improvvisi si stanno risolvendo. Ma l’avvocato generalista esiste ancora e quindi il sistema deve essere unico, anche perché si tratta sempre di deposito degli atti. Abbiamo altri sei mesi di tempo per parlarne. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma chiediamo di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni».
Non sono solo gli avvocati a utilizzare di più il web. È cresciuto infatti anche il numero dei provvedimenti nativi digitali messi a punto dai magistrati. Si tratta cioè degli atti generati fin dall’inizio attraverso il sistema telematico e non, ad esempio, prima creati in word e poi scansionati. In un anno (da maggio 2015 a maggio 2016) sono cresciuti del 31 per cento. Una tendenza che al ministero della Giustizia giudicano positivamente in quanto facilita la circolazione degli atti e la conoscenza degli orientamenti. Via Arenula sottolinea inoltre che l’Italia è l’unico Paese in Europa che ha informatizzato il processo civile.
Il processo tributario
Al momento solo le commissioni tributarie di Toscana e Umbria stanno sperimentando il processo telematico. Altre sei Regioni si “convertiranno” al digitale dopo l’estate, seppure sempre in via sperimentale e facoltativa. Dal 15 ottobre partiranno Abruzzo e Molise, un mese dopo Piemonte e Liguria e dal 15 dicembre Emilia Romagna e Veneto.
Umbria e Toscana sono, invece, in pista dal 1° dicembre scorso e dal 1° gennaio a oggi solo il 4,5% dei depositi è stato effettuato in modalità telematica. Antonello Cherchi Valentina Maglione Bianca Lucia Mazzei Giovanni Parente

Foto del profilo di Andrea Gentile

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