IL CORRIERE DELLA SERA
Lo studio sullo stato della Giustizia
Processo telematico, così lo Stato ha risparmiato 60 milioni in un anno
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
dom.4 – CERNOBBIO. Giunta alla sua seconda edizione, la ricerca sullo stato della giustizia in Italia elaborata da The European House – Ambrosetti che viene presentata questa mattina al forum di Villa d`Este, mostra una situazione generale in leggero miglioramento.
Le novità aiutano: il processo civile telematico sta diventando lo standard tra
giudici, avvocati e professionisti, con oltre 6 milioni di accessi giornalieri al documenti online. Per lo Stato, il risparmio di costi è stato di 6o milioni di euro in un solo anno. L`altra grande novità, vale a dire la nascita dei tribunali delle imprese, sta portando a risolvere nel giro di un anno ben 1172 delle controversie. Ma il miglioramento non è ancora sufficiente – riassume Carlo Nordio, procuratore aggiunto di Venezia e tra gli autori della ricerca – e si notano anzi alcuni trend che non lasciano ben sperare per il futuro.
Due sono le criticità evidenziate dal rapporto: l`alto numero di cause pendenti e l`incidenza della corruzione sull`economia.
Sono 4,5 milioni i procedimenti civili aperti, un livello altissimo anche se pur sempre in calo dell`8,5% sul 2014 e di quasi un quarto rispetto al 2009. Diminuiscono anche le nuove cause: 3,5 milioni nell`ultimo anno, meno dei
4 dell`anno prima e dei 4,5 milioni del 20122013. Anche sui tempi di decisione c`è un lieve miglioramento: oggi la durata media di un
contenzioso civile è 532 giorni, 58 in meno dal 2012. Ma è pur sempre tre volte di più di quanto ne servono in Germania.
In generale, ci vogliono ancora circa 8 anni per arrivare a una sentenza di Cassazione rispetto a una media Ocse di 788 giorni. Se in tutti i tribunali venisse adottata una gestione più manageriale dei procedimenti – tasto su
cui Ambrosetti spinge costantemente – si potrebbe dare anche una mano all`economia: secondo lo studio, la lentezza della giustizia pesa per l`1% del Prodotto interno lordo italiano.
L`altro elemento chiave per contribuire a sostenere l`economia è la lotta contro la corruzione. Nell`ultimo anno alcune cose sono migliorate: sono salite le pene per il nuovo falso in bilancio e la Cassazione ha chiarito che il «falso valutativo» è rimasto punibile, cosa che invece un anno fa sembrava messa in dubbio. Ma non basta.
Spiega Nordio che sulla corruzione si è avuta addirittura «una regressione», perché il nuovo reato di «corruzione per induzione» che punisce anche chi viene indotto a pagare la mazzetta, «ha fatto aumentare i processi dove sono indagati sia chi ha preso i soldi sia chi ha pagato. Ma questi processi sono
diventati i più complessi da provare, perché corrotto e corruttore hanno un comune interesse a tacere per non essere condannati. Bisognerebbe cambiare radicalmente. Anche se può essere moralmente poco edificante lasciare impunito il corruttore, bisognerebbe punire solo il corrotto, in modo da obbligare il corruttore a dire la verità. Ma bisognerebbe soprattutto togliere al funzionario pubblico gli strumenti per farsi corrompere, cioè le tante leggi complesse e contraddittorie che gli affidano un potere immenso che sconfina
nell`arbitrio. Occorre una semplificazione normativa. Ma fatta bene».
Fabrizio Massaro