PROCESSO TELEMATICO: Tar, slitta il processo telematico (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Il cdm ha approvato il decreto legge con la proroga. Pajno: spero sia l’ultimo rinvio
Tar, slitta il processo telematico
Partenza differita al 1° gennaio 2017. Pioggia di critiche

Sab. 2 – Rinviato di sei mesi l’avvio del processo amministrativo telematico: partirà il 1° gennaio 2017. La proroga è stata disposta dal decreto legge 117/2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 151 del 30 giugno 2016, in vigore dalla stessa data.
Nel frattempo gli avvocati, magistrati e personale amministrativo potrà esercitarsi e prendere confidenza con il nuovo strumento.
Il governo, nel comunicato stampa del consiglio dei ministri, spiega che il provvedimento urgente si è reso necessario per garantire la continuità del processo amministrativo.
Da un lato il processo telematico impone il ritocco di alcune norme del Codice del processo amministrativo (dlgs 104/2010) e delle relative norme di attuazione al fine di evitare disservizi: si tratta in particolare delle norme sull’ autentica di attestazione di conformità all’originale cartaceo delle copie informatiche depositate telematicamente.
Dall’altro lato, il governo ha ritenuto opportuno dare sei mesi in più di sperimentazione (già in corso) e partire con maggiori margini di tranquillità e sicurezza.
Nel dettaglio l’articolo 1, comma 1, del decreto legge proroga di sei mesi, dal 1° luglio 2016 al 1° gennaio 2017, la decorrenza dell’obbligo della sottoscrizione con firma digitale di tutti gli atti e provvedimenti del giudice, dei suoi ausiliari, del personale degli uffici giudiziari e delle parti.
Il comma 2 dell’articolo 1 prevede che il periodo di sperimentazione del sistema si svolga fino alla data del 31 dicembre 2016.
L’articolo 2 del provvedimento in esame, conseguentemente, fissa la data di avvio del processo amministrativo telematico (Pat) al 1° gennaio 2017.
Pat significa che gli atti aventi valore legale del processo sono solamente quelli digitali e non più quelli cartacei, che non producono effetti. Questo vuol dire che l’avvocato, i magistrati e gli uffici giudiziari devono dotarsi degli strumenti e conformare la propria attività al nuovo sistema. Gli atti non vanno depositati con consegna a mani, ma con l’uso del computer.
Per il deposito degli atti si segnala una particolarità: gli avvocati in certi casi potranno procedere non solo con invio mediante posta elettronica certificata, ma anche con un caricamento negli archivi informatici (il cosiddetto up load). Si tratta, però, di una possibilità solo residuale (mancato funzionamento della Pec o depositi molto voluminosi). In ogni caso gli studi legali e gli uffici di Tar e consigli di stato devono prendere dimestichezza con modelli telematici di deposito e procedure di invio/caricamento dati.
E sono sorti già i primi dubbi e le prime ansie relative alla verifica del perfezionamento dei depositi, che sono soggetti a termini stringenti. Non perfezionare il deposito entro il termine previsto significa essere decaduti con gravi danni per lo svolgimento delle difese.
Non a caso con un comunicato del 30 giugno 2016 il segretariato generale della giustizia amministrativa ha informato che in caso di depositi multipli dello stesso atto (inviati per timore che il primo deposito non sia andato a buon fine) le segreterie degli organi giudiziari manderanno una comunicazione di cortesia per segnalare l’accaduto e verificare il da farsi in un clima di collaborazione.
Critico nei confronti del rinvio il presidente del Consiglio di stato, Alessandro Pajno. «Sono dispiaciuto per il rinvio di sei mesi, da parte del Consiglio dei ministri, del periodo di sperimentazione del processo amministrativo telematico. Un paese che rinvia è un paese che non vuole affrontare la realtà», ha dichiarato aprendo il Congresso dell’Unione nazionale avvocati amministrativisti a Genova. «Questo congresso», ha sottolineato Pajno, «era stato organizzato con una regia perfetta, proprio in coincidenza con quello che doveva essere l’avvio del processo telematico; congresso che ci avrebbe accompagnato nel futuro, futuro che ora con il rinvio sa di passato». «Spero», ha proseguito Pajno «che si tratti dell’ultimo rinvio. Occorre spendere nel modo migliore, a questo punto, il tempo che ci attende». Sul piede di guerra e molto più duri gli avvocati: «Il rinvio del Consiglio dei ministri», ha tuonato il presidente dell’Unione nazionale avvocati amministrativisti Umberto Fantigrossi, «è stato un colpo di fulmine. Apprezzo l’equilibrio del presidente Pajno che ha certamente un approccio realista, ma noi diciamo basta. Basta essere trattati da sudditi, ci hanno messo di fronte al fatto compiuto». Fantigrossi ha poi aggiunto: «la decisione di rinviare sul Pat traccia un segno del passato, un brutto passato, noi responsabilmente abbiamo fermato le proteste di una parte dell’avvocatura che voleva utilizzare l’arma dello sciopero e cercheremo di mantenere questo equilibrio». Antonio Ciccia Messina

Foto del profilo di Andrea Gentile

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