PROFESSIONI: Architetti & Crescita. «Le nostre proposte per un vero Belpaese» (Corriere Economia)

CORRIERE ECONOMIA

Architetti & Crescita. «Le nostre proposte per un vero Belpaese»

Gli architetti hanno il loro nuovo presidente, si chiama Giuseppe Cappochin (presidente dell’Ordine di Padova) e prende il posto di Leopoldo Freyrie. Un cambio nel segno della continuità per una categoria alle prese con una serie di problemi che intrecciano le sorti della professione con quelle dell’edilizia e delle grandi opere pubbliche di questo Paese.
Le proposte
«Promuovere il riuso, la rigenerazione urbana sostenibile e l’impegno contro il consumo netto del suolo — sostiene Cappochin — restano le nostre priorità, non solo per agganciare la ripresa e superare la crisi in cui versa il settore dell’edilizia: la rigenerazione urbana e dei territori e la qualità dell’architettura, sono infatti, in grado di realizzare, così come sta già avvenendo nelle maggiori realtà europee, città belle, efficienti da un punto di vista energetico e funzionale, conducendoci alla crescita economica, culturale e sociale indispensabile quanto mai all’Italia in questo momento».
Indicazioni che sono diventate vere e proprie proposte al governo. «Sulla scia di quanto realizzato nel corso della precedente Consigliatura procederemo senz’altro nella politica di alleanza con tutte quelle associazioni istituzioni cd espressioni della società ci­vile che come noi puntiamo a sviluppare interventi per restituire ai cittadini i1aliani un Paese migliore e ancora più bello. Progetti che nel Nord Europa sono già stati realizzati con enormi benefici per il tessuto urbano ma anche per il ciclo economico». Anche per questo motivo gli architetti italiani provano a studiare modelli diversi da poter importare in Italia. «Abbiamo visitalo le capitali verdi – racconta Cappocchin – Nantes, Amburgo. Bristol, Lubiana, città ad alta sostenibilità e inclusione sociale che posso­ no diventare modelli anche per le nostre citta.
I giovani
Altro tema scottante per la categoria è quello dello strappo generazionale che vede i giovani architetti come i più esposti ai colpi di una crisi profonda e ormai lunghissima. «Uno degli impegni fondamentali – continua il nuovo presidente degli architetti — dell’attività del Consiglio nazionale sin dalle prossime settimane sarà quello di proporre alla politica misure concrete a favore dei giovani architetti e delle colleghe che stanno più di altri pagando il costo della crisi; immaginiamo anche di sviluppare nuove e più incisive sinergie con la Cassa di previdenza della nostra professione e dì istituire un apposito Dipartimento dedicato espressamente ai giovani professionisti».
E quali altre soluzioni per chi inizia adesso il percorso professionale? «I professionisti italiani sono molto apprezzali all’estero, la nostra cultura in design e architettura ha una fama mondiale eppure vinciamo pochi bandi internazionali. Questo perché i nostri studi sono molto piccoli e poco adatti a intraprendere gare in giro per il mondo. I giovani possono cambiare questo approccio culturale favorendo aggregazioni. Per vincere una gara internazionale servono capitali e strutture complesse, componenti abbastanza rare per i nostri studi. Ma aggregando competenze e professionalità diverse si possono ampliare i confini .
Il progetto
Rimane l’eterno (e spesso invincibile) nemico rappresentato dalla burocrazia. «Almeno si tratta di un nemico uguale per tutti, giovani e anziani — sorride il presidente degli architetti —. La burocrazia uccide il progetto e il suo valore. Tutto finisce per essere inghiottito da un iter troppo complesso e articolato che non mette nemmeno al riparo dai pericoli di trucchi e raggiri. La cronaca ci dice che più si spezzettano gli appalti e subappalti, più diventa alto il rischio di corruzioni e interessi illeciti. In tutto questo diventa troppo marginale la qualità della progettazione e questo è un trend che deve essere invertito».

Foto del profilo di Andrea Gentile

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