CORRIERE ECONOMIA
Idee. Il giudizio del Cup dopo la giornata delle professioni
Autonomi & riforme. «Con il nuovo job act avremo pari dignità»
Calderone (Cup): «Ridottele distanze dal lavoro subordinato. Bene su sussidiarietà e welfare»
Il Jobs Act degli autonomi si avvia all’approvazione definitiva. Il mondo delle professioni è di nuovo al cospetto di un testo normativo che potrebbe cambiare il prospetto futuro delle libere professioni. Lo sa bene Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni: «Il disegno di legge sul lavoro autonomo è un testo moderno e adatto alle esigenze attuali, che valorizza la sussidiarietà dei professionisti ordinistici rendendo il lavoro autonomo una valida alternativa a quello subordinato.
La valorizzazione del carattere di terzietà degli autonomi rappresenta un tassello importante, perché ribadisce quanto siano utili i professionisti italiani allo sviluppo dell’economia del Paese, che passa anche dalla semplificazione
e dalla funzionalità dei servizi a cui devono accedere i cittadini. Il provvedimento merita considerazione anche perché prevede l’avvio di azioni di welfare professionale tramite le Casse di previdenza, che potranno fornire sostegni al reddito degli iscritti nei momenti di maggiore difficoltà. Le nuove misure rivolgono maggiore attenzione ad un universo multiforme che molto spesso risente della crisi più degli altri. In questa direzione vanno, ad esempio, i sostegni in caso di mancato pagamento delle prestazioni e l’estensione del congedo parentale per gli iscritti alla gestione separata Inps».
E’ finalmente entrata in vigore la legge sul contrasto al caporalato, che prevede pene più severe per l’intermediazione illecita. Una risposta sufficiente, secondo lei, a reprimere questo fenomeno? «Sicuramente è un primo passo verso il riconoscimento dei diritti dei lavoratori più deboli, che troppo spesso sono costretti a subire condizioni di sfruttamento pesante anche se prescindono da comportamenti violenti, minacciosa o intimidatori. Tra le novità importanti l’introduzione di misure di tutela e sostegno ai lavoratori agricoli e maggiori sanzioni per i datori di lavoro che impiegano manodopera reclutata, anche mediante l’attività dì intermediazione, attraverso lo sfruttamento delle persone approfittando del loro stato di bisogno. Tutto questo non basta per sconfiggere il fenomeno del caporalato, ma la direzione intrapresa è quella giusta. Stessa cosa va fatta per contrastare il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera».
La legge di bilancio rilancia la produttività ampliando la detassazione dei premi di risultato. Ci saranno effetti positivi sulla crescita ed i salari? «L’interesse per il welfare e la detassazione dei premi di produttività è cresciuto fortemente negli ultimi tempi, soprattutto grazie alle novità normative e ad una maggiore consapevolezza da parte delle Pini della convenienza per il loro sistema produttivo ed i lavoratori. Fino a pochi anni fa, infatti, il welfare aziendale inteso come premi di produttività, retribuzioni aggiuntive legate ai risultati, prestazioni erogate a favore dei lavoratori e dei loro familiari, erano di pertinenza quasi esclusiva delle grandi aziende. Oggi, invece, anche le imprese più piccole vedono di buon occhio questo strumento che, se usato opportunamente, può produrre vantaggi in termini contributivi e fiscali con la conseguente riduzione del cuneo fiscale per il datore e l’aumento del netto in busta paga per il lavoratore».
Quale ruolo hanno i consulenti del lavoro nel promuovere i piani aziendali? «I consulenti del lavoro possono aiutare imprese nel la redazione di un piano di welfare aziendale suggerendo, oltre alla detassazione dei premi di risultato, voucher per asili nido, assicurazioni sanitarie, nonché le prestazioni legate al welfare sociale come ad esempio ï servizi a favore dei familiari anziani o non autosufficienti. È importante non creare discriminazioni tra i lavoratori e basarsi su parametri oggettivi per erogare i premi. Noi possiamo assistere il datore nel quantificare il budget, nel confronto con le rappresentanze sindacali per la predisposizione dell’accordo, nella scelta dei servizi e dei criteri da adottare per il riconoscimento dei benefici dei lavoratori».