ITALIA OGGI
Convocato il 13 maggio il Consiglio nazionale dell’Inrl: focus sulla formazione continua
Bilancio sociale nel terzo settore
Strumento di crescita socio-economica per la collettività
Per il terzo settore, costituito da onlus e organizzazioni non profit di varia natura, il bilancio sociale può diventare uno strumento di crescita socio-economica per tutta la collettività e va quindi reso obbligatorio. Questo in estrema sintesi il forte messaggio lanciato nel corso dell’evento formativo organizzato recentemente presso l’Abbazia di Montecassino dall’Inrl in collaborazione con la Confimprese Italia.
Alla presenza di revisori legali, commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati del territorio laziale, intervenuti all’incontro che valeva tre crediti formativi per i revisori legali iscritti, il presidente dell’Inrl, Virgilio Baresi, dopo aver espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal vice segretario nazionale Paola Carnevale, ha infatti ribadito che «la ricerca della valorizzazione delle risorse umane, fondamentali per la crescita produttiva sono l’asse portante anche nell’attività del terzo settore. Tutte le imprese oggi stanno cercando di valorizzare i rapporti umani e sociali e la capacità dei singoli, affinché ci sia piena soddisfazione nel dare un tangibile contributo alla produzione. Si tratta di un passaggio molto importante tra economia e umanesimo. Tanto più oggi che la realtà dei non profit sta evolvendo in modo evidente: attualmente in Italia ci sono più di 6 milioni che operano in questo settore, il 15% della popolazione attiva italiana.
Sta, dunque, prendendo forma un passaggio epocale negli assetti socio-economici della nostra comunità italo-europea. Lo stesso attuale sistema fiscale prevede una detrazione del 10% sulle attività del terzo settore, a riprova dell’importanza che ricoprono queste organizzazioni e della necessità di assicurare loro una trasparenza contabile di grande impatto sociale. Così come occorre rispettare anche in questo ambito le norme e le regole sui bilanci dettate dall’Europa, laddove vengono prefigurati i due scenari contabili con il bilancio economico delle imprese di produzione e il bilancio sociale degli enti pubblici e delle onlus. Occorre inoltre evidenziare che mentre il bilancio delle imprese tradizionali si basa sul capitale, quello sociale si basa sulla persona. Sul terzo settore è poi necessario capirne la evoluzione: dal 2001 al 2011 si è registrato un incremento del 40% di soggetti e istituzioni non profit, vale a dire lavoratori e organismi. È il segno evidente di una maturazione del sistema Italia. Anche l’Istituto nazionale revisori legali», ha poi aggiunto Baresi, «è chiamato ad impegnarsi in questa attività di rendicontazione trasparente. Non si può pensare che una impresa, di qualunque natura essa sia, possa operare senza l’apporto dei professionisti contabili. Quella dei revisori legali, tra l’altro, è la prima figura professionale italo-europea riconosciuta nella grande casa comune dell’Unione europea. Difesa dei lavoratori e del risultato economico sono poi due finalità essenziali al centro dell’operato di ogni revisore legale. Di conseguenza la correttezza e la trasparenza contabile rappresentano i migliori viatici per il sistema Italia e per il terzo settore, purché ci sia una corretta stesura del bilancio sociale». Altro contributo di spessore è giunto dal presidente di Confimprese Italia, Guido D’Amico, che ha enfatizzato l’importanza «del terzo settore e del bilancio sociale che rappresentano due grandi sistemi fondamentali per la società la riforma che è alla camera e senato porterà tutte le onlus ad avere una regolamentazione che genererà una forte crescita del comparto. Prima fra tutte le imprese sociali. In questa ottica è bene ricordare che il bilancio sociale non è fatto di numeri ma di valori, di buone prassi, di sussidiarietà e volontà. Anche se non è obbligatoria, la dobbiamo sentire come tale, per tutte le imprese. Lo stesso Papa Francesco sulla cura della Casa comune ha parlato proprio di questo sottolineando che il profitto non va demonizzato, purché non sia speculazione, ma va interpretato come crescita. E questo perché se non si produce ricchezza non si può fare solidarietà. Il bilancio sociale deve dunque contenere tutti questi valori non certo contabilizzabili». A completare l’analisi sul bilancio sociale è poi intervenuto Tommaso Miele, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti che ha ricordato come «nel controllo contabile del terzo settore non va analizzata solo la trasparenza ma anche la responsabilità. Il bilancio sociale, infatti, non fa riferimento tanto alla gestione quanto al profilo strategico delle amministrazioni pubbliche.
Quando i soldi pubblici sono finalizzati ad una azione sociale vanno assolutamente verificati e monitorati nel loro uso. Laddove le risorse sono pubbliche, si giustifica sempre e comunque l’azione della Corte dei conti. Finora il bilancio sociale ha trovato spazio in quegli amministratori che hanno voluto sottoporre al giudizio della collettività il proprio operato.
Ma non c’è ancora una legge che obblighi questi comportamenti. Allora ritengo che il bilancio sociale debba essere davvero lo strumento per verificare l’assolvimento della mission e degli obiettivi che le società, le onlus e le stesse società partecipate pubbliche, hanno nel loro Dna. Uno strumento che dovrebbe essere obbligatorio previsto dalla legge». E sulle forti similitudini esistenti tra bilancio tradizionale e bilancio sociale si è infine soffermato Raffaele Trequattrini, rettore vicario dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, che ha sottolineato come «le performance sociali sono la premessa ottimale per una buona performance economica. E allora ci si deve chiedere se il bilancio d’esercizio è sufficiente? La risposta è no, perché il bilancio d’esercizio dice molto su come viene utilizzato il capitale, ma quasi niente sul conseguimento del fine istituzionale e sull’utilizzo di risorse non finanziarie. Nasce da qui l’esigenza del bilancio sociale». Per la coordinatrice dell’evento a Montecassino, il vicesegretario nazionale Inrl Paola Carnevale: «Questo seminario ha rappresentato una preziosa opportunità per professionisti, imprese, studenti e docenti, interessati ad analizzare i fondamenti concettuali del bilancio sociale, visto anche nell’ambito dell’attuale riforma sul terzo settore. A tal proposito è importante sottolineare l’innovatività degli enti e delle realtà economiche e sociali del Lazio, nell’intraprendere un percorso incentrato sulla trasparenza, che, con lo strumento del bilancio sociale, consente di fortificare le relazioni con i vari portatori d’interesse, dagli studenti, ai professionisti, alle imprese sino alla società civile». Nei giorni scorsi sono stati poi consolidati i contenuti dell’accordo con Legautonomie, coordinato dal vicepresidente Inrl, Gaetano Carnessale. E sempre nei giorni scorsi il presidente dell’Inrl ha partecipato al forum sul Microcredito, invitato dal presidente Mario Baccini, alla presenza del card. Giovanni Battista Re (già segretario di Stato nel papato di Giovanni Paolo II). Intanto prosegue l’attività dell’Istituto sulla formazione continua obbligatoria per tutti gli iscritti e sul proselitismo, nonché sulla revisione dello Statuto Inrl: temi che, accanto alla domiciliazione per gli iscritti e al nuovo contratto italo-europeo, saranno affrontati nel prossimo consiglio nazionale fissato per venerdì 13 maggio.