ITALIA OGGI
Commercialisti: politica unitaria al Sud per spendere 115 mld
da Trapani Antonio Giordano
sab.24 – Serve una politica unitaria per il Mezzogiorno. Perché i fondi destinati all’area ci sono ma serve indirizzarli meglio di quanto non sia stato fatto sino ad ora. È quanto chiedono i commercialisti nel corso di un incontro organizzato dal Consiglio nazionale e dell’Ordine di Trapani al Polo Universitario della città siciliana. Un convegno nel corso del quale i professionisti hanno lanciato le loro proposte per lo sviluppo del Sud alla vigilia dell’avvio dei Patti per le regioni meridionali. «Non sono le risorse che mancano, ma è la capacità di utilizzarle che è mancata per decenni, come testimonia il ritardo accumulato fino al 2011 nella spesa dei Fondi europei e il fatto che a tutt’oggi il Fondo Sviluppo e Coesione abbia una disponibilità residua relativa ai cicli di programmazione 2000-06 e 2007-13 per circa 17 miliardi che porta la capacità di spesa sul territorio da qui al 2023 a 115 miliardi», sostengono i professionisti nel documento presentato al convegno. L’errore da evitare è la troppa frammentazione e per questo «i Fondi per il periodo 2014-20 dovrebbero essere pertanto gestiti mediante una individuazione ab origine, attraverso una selettiva valutazione delle opere da realizzare». I professionisti, inoltre, hanno individuato quattro settori chiave nei quali sarebbe necessario intervenire: ricerca ed innovazione, piccole e medie imprese, trasporti sostenibili, economia e tutela ambientale. «Bene i patti per il Sud che il governo sta sottoscrivendo in tante realtà regionali. Ma i loro effetti rischiano di essere vanificati dall’assenza di una politica nazionale unitaria per il Mezzogiorno», ha spiegato il presidente nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi, durante il convegno. «Diamo atto all’esecutivo», ha detto Longobardi, «dell’importante sforzo messo in campo nella costruzione, con le Regioni e con le città metropolitane, degli atti finora sottoscritti e di quelli che saranno sottoscritti prossimamente». Eppure, secondo Longobardi, resta irrisolto il nodo di una «regia nazionale» delle politiche per il Mezzogiorno: «Allo stato attuale», ha affermato, «sembrano essere delegate in maniera preponderante alle Regioni. Ma un’efficace strategia per il Sud non può essere la mera sommatoria di sedici patti. Uno sviluppo che per i commercialisti non può ripartire solo dalle politiche unitarie ma anche dalla istituzione di zone economiche speciali «con innovazioni di tipo fiscale, amministrativo, progettuale, organizzativo e comunicazionale». Estremamente dettagliate le ipotesi di agevolazioni fiscali per le nuove imprese che avviano un’attività economica nella Zes. Si va dall’esenzione dalle imposte sui redditi (Ires) per i primi otto periodi di imposta, all’esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) per i primi cinque. Ma anche esenzione dall’Imu e dalla Tarsu per cinque anni per gli immobili posseduti dalle stesse imprese e utilizzati per l’esercizio delle nuove attività economiche e la riduzione dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente per i primi cinque anni di attività nella misura del 50%.