PROFESSIONI: Commercialisti, ricorsi sulla geografia degli Ordini (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE
Contenzioso. Rossano Calabro e Avellino si rivolgono al Tar contro la revisione territoriale
Commercialisti, ricorsi sulla geografia degli Ordini
ROMA. Si apre un’altra querelle giudiziaria sulla nuova geografia degli Ordini dei commercialisti. A contestare la revisione territoriale sono l’Ordine di Rossano Calabro (destinato alla soppressione) con un’iniziativa assunta – e a cui si potranno aggregare – anche gli altri Ordini destinati a essere “chiusi” e da quello di Avellino. Le 61 pagine di ricorso al Tar del Lazio dell’Ordine di Rossano chiede l’annullamento sia della circolare del ministero della Giustizia di fine marzo relativa agli effetti della variazione della geografia giudiziaria sugli Ordini territoriali e della successiva direttiva adottata dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec). Anche l’Ordine di Avellino ha impugnato gli stessi atti, qui però la questione riguarda l’eventuale spostamento di iscritti verso altri Ordini come la conseguenza della chiusura di Tribunali della provincia e in particolar modo di quello di Ariano Irpino. «Il nostro intento è di tutelare gli iscritti che vogliono rimanere ad Avellino perché hanno interessi professionali nel capoluogo legati ad esempio alla presenza dell’agenzia delle Entrate o della Commissione tributaria», ha dichiarato il presidente dell’Ordine di Avellino, Francesco Tedesco. «Da parte nostra non c’è alcuna volontà – continua – di ostacolare lo svolgimento delle elezioni territoriali e nazionali». Tuttavia i ricorsi rischiano di avere ricadute, soprattutto in caso di accoglimento della richiesta di sospensiva, sulle procedure di rinnovo degli organismi di vertice della categoria (si veda l’articolo accanto). «Chi ha fatto ricorso ha sbagliato. Non mi aspettavo che si venisse meno all’impegno di rispettare le decisioni del ministero vigilante» ha commentato il consigliere nazionale Massimo Miani, a margine dell’assemblea dei segretari svoltasi ieri a Roma. Nell’incontro è arrivato anche l’annuncio del presidente del Cndcec, Gerardo Longobardi, sulla formazione professionale continua: «Non ci sarà l’obbligo per iscritti all’elenco speciale e per chi non esercita». Una «stortura» come l’ha definita il numero uno dei commercialisti italiani, su cui è stato chiesta una risposta al ministero della Giustizia e su cui il Cndcec ha deliberato di intervenire nel regolamento per la formazione. Ma l’assemblea è stata dedicata anche al futuro della professione, soprattutto nell’ottica di una crescente digitalizzazione. «Gli Ordini territoriali hanno esigenza di assistenza e semplificazione – ha sottolineato il segretario nazionale Achille Coppola – e il driver è rappresentato dal potenziamento informatico. E proprio sul terreno della digitalizzazione si può fare di più». In questo ambito si inseriscono le iniziative presentate ai segretari territoriali. È il caso di AlboUnico, un sistema integrato che consente di gestire tutta la storia e l’anagrafica degli iscritti: allo stato attuale sono 14.500 i commercialisti già nel database e 22 Ordini hanno già deliberato di adottarlo. C’è poi anche la questione del Pos su cui il tesoriere nazionale Roberto Cunsolo ha presentato il progetto «Pagomail» sviluppato insieme a Bnl, che consente di evitare agli studi il noleggio del terminale per i pagamenti con bancomat o carta di credito attraverso un meccanismo che consente di inviare una mail al cliente reindirizzandolo su una pagina in cui potrà effettuare la transazione elettronica. In questo modo il commercialista – come sottolineato anche dallo stesso Cunsolo – dovrà sostenere solo i costi della transazione (senza alcun vincolo di conto corrente presso uno specifico istituto di credito). Tra i temi toccati ieri anche l’adeguamento alle nuove disposizioni anticorruzione con il decreto attuativo della riforma Madia a riguardo in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ma anche con l’aggiornamento del Pna (Piano nazionale anticorruzione). In particolare quest’ultimo prevede che il responsabile anticorruzione territoriale potrà essere anche un consigliere dell’Ordine purché privo di deleghe operative. Giovanni Parente
14 – Gli Ordini soppressi
I 14 Ordini, su un totale di 144, che entro la fine del 2016 devono essere soppressi sono: Bassano del Grappa, Casale Monferrato, Chiavari, Crema, Lucera, Melfi, Montepulciano, Nicosia, Rossano, Sala Consilina, Sanremo, Tortona, Vigevano e Voghera. In Abruzzo la soppressione degli ordini di Avezzano, Lanciano e Vasto è stata prorogata al 13 settembre 2018
20 – Gli Ordini modificati
Gli ordini che vedranno entro la fine del 2016 modificare il numero di iscritti perché cambia il territorio di riferimento o perché accorperanno gli Ordini soppressi sono: Alessandria, Caltagirone, Castrovillari, Catania, Cremona, Enna, Foggia, Genova, Imperia, Latina, Marsala, Milano, Padova, Pavia, Potenza, Siena, Salerno, Venezia, Vercelli, Vicenza (Chieti e L’Aquila dal 13 settembre 2018)

Foto del profilo di Andrea Gentile

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