IL SOLE 24 ORE
Commercialisti: serve la moratoria estiva sulla compliance
Saltato il treno del decreto correttivo della delega fiscale sulle semplificazioni e quello degli emendamenti – ritenuti inammissibili – al Dl enti territoriali, non resta che la via amministrativa. L’unica strada per ottenere la sospensione feriale dei termini ad agosto per le risposte e l’invio della documentazione sulle lettere della compliance e sulle altre richieste relative al controllo formale della dichiarazione. In pratica, l’obiettivo minimo è replicare quanto già concesso nelle ultime stagioni estive. Così il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti (Cndcec) ha preso carta e penna e ha scritto alla direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi, per chiedere «un provvedimento che, analogamente a quanto previsto lo scorso anno, disponga lo slittamento a fine settembre del termine per rispondere alle richieste di documentazione relative al controllo formale delle dichiarazioni, ricevute dai contribuenti nel corrente mese di luglio». La lettera firmata dal presidente Gerardo Longobardi sottolinea come stiano giungendo «segnalazioni sia da parte di diversi Ordini territoriali che da parte di singoli iscritti in merito alle difficoltà che gli studi professionali stanno incontrando per dar seguito alle numerose richieste documentali relative al controllo formale delle dichiarazioni dei redditi». A questo si aggiungono poi le «160mila comunicazioni di anomalia dei dati relativi agli studi di settore e alle centomila lettere per la compliance che l’Agenzia sta recapitando ai contribuenti in questi giorni per segnalare possibili errori nelle dichiarazioni».
Va comunque ricordato che l’Agenzia si sta muovendo per le semplificazioni amministrative ma per le scadenze di legge potrebbe essere necessario un intervento per via di norma primaria.
Intanto, in attesa del riconoscimento legislativo della specializzazione – sul modello di quanto già avviene per gli avvocati – i commercialisti hanno presentato ieri le Scuole di specialità, ispirate alla Saf di Milano e articolate in 14 sedi nazionali – di cui tre aree metropolitane, Milano, Roma e Napoli.
Il progetto formativo istituito dal Cndcec, che ha investito 1,680 milioni sulle 14 sedi, punta al futuro della professione «che sarà molto diverso da oggi, sia sotto il profilo dell’organizzazione degli studi, sia per il contenuto della prestazione, non più unicamente legata all’aspetto contabile/fiscale» hanno detto Alessandro Solidoro, presidente Odecec di Milano, e Massimo Miani, consigliere nazionale dei commercialisti con delega alla formazione. I corsi partiranno in autunno, secondo il calendario delle singole sedi, e dopo 200 ore di lezione – con classi di massimo 50 iscritti – si chiuderanno entro la fine del 2017, consentendo ai partecipanti di assolvere a due trienni di crediti di formazione continua (escluse le materie obbligatorie, come la deontologia).
Con la futura modifica del regolamento della professione, sulla quale è in corso il confronto con il ministro vigilante Orlando ma che verrà verosimilmente portata in porto dal nuovo Cndcec, la frequenza alle Saf darà diritto al titolo di specializzazione. Il primo corso in Lombardia riguarderà la finanza di impresa, ma l’offerta spazia su 10 temi, dalla revisione legale al contenzioso tributario, fino all’economia degli enti locali e no profit.
Alessandro Galimberti Giovanni Parente