ITALIA OGGI
Il sindacato unico: sprint grazie a un fisco più leggero
Commercialisti, studi aggregati
Sprint (grazie a un fisco più «soft») all’aggregazione degli studi dei commercialisti, mediante la concessione di un credito d’imposta, il cui primo effetto sarebbe quello di imprimere una incisiva sforbiciata al numero degli esercenti individuali, che calerebbero «dagli oltre 100 mila attuali a strutture con almeno dieci professionisti ciascuna». È l’idea lanciata dal presidente del sindacato Unico (Unione italiana dei commercialisti), Domenico Posca, al congresso dell’associazione ieri a Roma. Un restyling che avrebbe riflessi positivi anche per la clientela, giacché si potrebbe arrivare a «10.000 strutture di fornitura per favorire la specializzazione, una presenza più efficace sul mercato», e di conseguenza la possibilità di proporre ai committenti delle «tariffe più basse». Sull’ipotesi di agevolazioni fiscali per la riduzione degli studi, il viceministro all’economia Enrico Morando ha replicato che se ne discuterà: tutto quanto è in grado di «ottimizzare l’efficienza in attività di servizio come quelle di cui i commercialisti sono protagonisti è da incoraggiare»; al tempo stesso, con riferimento alla esigenza di investire nell’innovazione tecnologica (tema al centro dell’assise), Morando ha affermato che «poter contare sul lavoro di professionisti che facilitano il rapporto fra amministrazione finanziaria e contribuenti è molto rilevante». E un passo in avanti lo si potrebbe compiere qualora «si riuscisse a costruire una piattaforma tecnologica unitaria per la fatturazione di tutti i privati nei confronti di tutti i privati, visto che oggi c’è soltanto per i rapporti con la pubblica amministrazione». Qualcuno, ha proseguito, ritiene che ciò potrebbe limitare l’attività dei commercialisti, invece «io penso che sarebbe vero il contrario. E che i commercialisti lavorerebbero meglio ed avrebbero più soddisfazione nel praticare la propria professione». Simona D’Alessio