ITALIA OGGI SETTE
La ricetta di confprofessioni
Dopo l’accesso ai fondi ora l’obiettivo è fare formazione e informazione
Lun.27 – Formazione e informazione ai professionisti per favorire la conoscenza delle opportunità offerte dai bandi regionale che mettono a disposizione fondi Ue. Con strutture di supporto a livello nazionale e territoriale per consentire ai professionisti di diventare protagonisti attivi in un mercato condizionato sempre di più dalle politiche europee di riferimento. È la ricetta che Confprofessioni sta mettendo in atto per sensibilizzare maggiormente le professioni rispetto all’accessibilità alle risorse europee.
In alcune aree, infatti, prevale ancora un senso di diffidenza rispetto a un tema che appare distante. Ad affermarlo è il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.
Domanda. Qual è la prima valutazione di Confprofessioni rispetto ai bandi europei aperti ai professionisti?
Risposta. L’accesso ai fondi europei da parte dei professionisti è una delle più importanti battaglie portate avanti in prima persona da Confprofessioni sia a livello europeo sia a livello nazionale. Già nel 2012 abbiamo portato all’attenzione di Bruxelles la necessità di avviare un percorso che consentisse ai professionisti di competere ad armi pari sul mercato europeo. In Italia, grazie alla sensibilità di alcuni politici, siamo poi riusciti a inserire nella legge di Stabilità 2016 una norma che ha aperto ai professionisti la possibilità di accedere ai fondi strutturali Ue, in quanto equiparati alle piccole e medie imprese. Alla luce dell’attenzione dimostrata in questi ultimi mesi dalle istituzioni nazionali e, in particolare, dalle regioni possiamo affermare che si tratta di una battaglia vinta. La presenza di Confprofessioni all’interno del Comitato nazionale con funzioni di sorveglianza e accompagnamento dell’attuazione dei Programmi 2014-2020, e dei diversi Comitati di sorveglianza regionali, rappresenta un importante riconoscimento per il lavoro svolto dalla nostra Confederazione, e al tempo stesso è un elemento di garanzia per orientare la programmazione dei bandi anche verso i professionisti e il lavoro autonomo.
D. Quale, invece, il vostro giudizio sui bandi aperti ai professionisti avviati dalle regioni fino a oggi?
R. In alcune regioni abbiamo raggiunto importanti risultati. Grazie al pressing delle delegazioni territoriali di Confprofessioni, quali per esempio la Lombardia, la Sardegna, il Veneto, il Molise e il Friuli Venezia Giulia, già nella fase istruttoria i bandi regionali sono stati indirizzati anche ai liberi professionisti. In altre regioni, invece, la programmazione richiede ulteriori passaggi.
D. Perché alcune regioni vanno così a rilento?
R. Ogni realtà regionale ha le sue dinamiche e le sue complessità. Teniamo conto, poi, che l’apertura dei bandi ai professionisti è una novità anche per le regioni e in molti casi coinvolge più assessorati e direzioni all’interno della stessa regione (credito, innovazione e ricerca, lavoro e formazione, autoimpiego e autoimprenditorialità). È un processo che dev’essere metabolizzato e poi trasferito tecnicamente nella riscrittura dei bandi. Siamo in una fase delicatissima, le nostre delegazioni territoriali stanno monitorando passo dopo passo l’attività delle regioni per capire quali risorse verranno messe in campo e come verranno poi distribuite.
D. Come stanno reagendo le professioni a questa nuova opportunità?
R. Sicuramente, c’è grande interesse e curiosità; al tempo stesso, però, molti professionisti appaiono disorientati. Nel corso dei seminari che stiamo portando avanti in tutte le regioni, la prima reazione dei professionisti è quella di sapere e conoscere come queste nuove opportunità si possano calibrare sulle loro specifiche attività. In alcune aree c’è molta aspettativa sulle linee e sui contenuti tecnici dei bandi regionali; in altre, invece, prevale ancora un senso di diffidenza rispetto a un sistema che appare molto distante e non facilmente accessibile.
D. In che modo si potrebbe alimentare maggiormente la partecipazione delle professioni ai bandi regionali che mettono a disposizione fondi europei?
R. La mancanza di conoscenza implica un distacco dalle opportunità dei bandi e l’unico modo per favorire la partecipazione dei professionisti è quello di fare formazione e informazione, attraverso la creazione di strutture di supporto sia a livello nazionale che territoriale, che abbiano le competenze appropriate per consentire ai professionisti non solo di fruire delle risorse ma anche di diventare protagonisti attivi e capaci in un mercato professionale sempre più condizionato dalle politiche europee di riferimento.