ITALIA OGGI
Ieri a Milano l’incontro promosso da Confprofessioni Lombardia con i candidati sindaco
Elezioni, professionisti in campo
Idee concrete per migliorare la vita di imprese e cittadini
Il prossimo 5 giugno quasi 13,5 milioni di cittadini di 1.370 comuni italiani andranno alle urne per le elezioni amministrative 2016. L’appuntamento elettorale è un test politico molto importante, poiché coinvolge sette capoluoghi di regione: Bologna, Cagliari, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste e 26 comuni capoluogo di provincia.
Una partita decisiva che vedrà «scendere in campo» anche i liberi professionisti. Non tanto come candidati, ma come forza economica e sociale impegnata sui grandi temi dello sviluppo delle città e del territorio, che dovranno essere necessariamente presenti nelle agende dei futuri sindaci; ma anche sulle piccole, grandi battaglie che i cittadini e le imprese devono combattere quotidianamente contro la burocrazia delle amministrazioni comunali. Partendo da questo presupposto, Confprofessioni ha deciso di far sentire ai candidati sindaci la voce di tutti i professionisti, nessuno escluso, non per guadagnarsi un posto al sole, quanto piuttosto per contribuire con idee e proposte al miglioramento della macchina amministrativa, favorire la piena fruizione dei servizi e degli spazi delle città, sviluppare innovativi modelli di crescita economica sostenibile e inclusiva. Il primo appuntamento si è svolto ieri a Milano, presso l’Auditorium San Fedele su iniziativa di Confprofessioni Lombardia che ha invitato al confronto con la comunità professionale milanese i candidati Gianluca Corrado, Stefano Parisi e Beppe Sala. Con i suoi 133 mila professionisti, che sono anche motore dello sviluppo economico e occupazionale della città, Milano può essere considerata la capitale delle libere professioni. Al tempo stesso i professionisti rappresentano una risorsa fondamentale per Milano, così come per tutte le altre città italiane, perché conoscono le difficoltà dei cittadini e delle imprese ma anche le barriere burocratiche che ostacolano la piena fruizione dei servizi della macchina comunale. E proprio interpretando il disagio dei cittadini che le associazioni professionali aderenti a Confprofessioni Lombardia hanno voluto lanciare un segnale al futuro sindaco della città, presentando un decalogo di proposte che mirano appunto a migliorare la vita dei cittadini (si veda la scheda in pagina). Proposte semplici, che nascono dall’ascolto dei problemi dei clienti, dei pazienti, degli assistiti degli studi professionali milanesi. Certo, poi ci sono i grandi temi della città: la sicurezza, la mobilità, la trasparenza, lo sviluppo delle grandi aree (a cominciare dal dopo Expo). Temi sui quali i professionisti milanesi hanno pieno titolo e competenza per discutere e orientare le grandi trasformazioni economiche e sociali che attendono la città. Il fil rouge che ha tenuto insieme piccole e grandi proposte dell’incontro-confronto con i candidati milanesi è senza dubbio legato al tema della semplificazione. Perché qualsiasi iniziativa di sviluppo di Milano, ma anche di tutte le altre città italiane, non può prescindere dalla semplificazione e dalla sburocratizzazione. E su questo terreno chi meglio dei professionisti può affiancare l’amministrazione pubblica per snellire procedure, ridurre i tempi di attesa e, al tempo stesso, assicurare una prestazione di qualità al cittadino e alle imprese? In fondo, quello che chiedono i milanesi (e tutti gli italiani) non è altro che rendere più semplice e più immediato il rapporto con la pubblica amministrazione. Davanti a una platea affollatissima e altamente qualificata siamo riusciti a rappresentare le potenzialità che possono esprimere i liberi professionisti nel loro insieme, una realtà multiforme e dinamica che abbraccia tutto lo spettro dei saperi e della conoscenza: Ambiente e Territorio; Economia e Lavoro; Sanità e Salute; nuove professioni. Da nord a sud, in ogni città, in ogni paese della nostra penisola c’è un medico, un avvocato, un commercialista, un architetto, un ingegnere, un notaio, un dentista, un veterinario. Piccoli e grandi presidi professionali sul territorio che si interfacciano con i cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione. Se i decisori politici, a Milano come a Roma o a Bruxelles, riuscissero a cogliere le potenzialità che possono scaturire da una siffatta rete di competenze altamente qualificate, dove potrebbe arrivare il nostro paese?