ITALIA OGGI
Formazione al vaglio per arrivare all’esame unico di commercialista revisore
da Padova Beatrice Migliorini
Pronto l’intervento del governo per mettere fine alla diatriba tra dottori commercialisti e revisori legali. Al vaglio del prossimo consiglio dei ministri, infatti, sarà sottoposto lo schema di regolamento che andrà a rimettere mano al dlgs 39/2010. L’annuncio è arrivato ieri dal viceministro dell’economia e delle finanze Enrico Zanetti che, dal palco del 54° Congresso dell’Unione nazionale Giovanni dottori commercialisti ed esperti contabili, in corso a Padova, ha fatto sapere che «a breve il testo potrà essere esaminato dalle commissioni parlamentari».
E se da un lato non troverà spazio la soluzione dell’equipollenza di cui i dottori commercialisti sono sempre stati sostenitori, dall’altro lato si aprono le porte a quello che è stato definito un vero e proprio uovo di Colombo, ovvero il riallineamento dei percorsi di formazione in modo da arrivare a un esame unico per l’abilitazione all’esercizio della professione di commercialista comprensivo di una prova integrativa per avere la possibilità di iscriversi al registro dei revisori. «Anticipando 24 dei 36 mesi di tirocinio previsti per divenire revisore legale alla fase pre laurea sarà possibile permettere ai futuri professionisti di affrontare un unico esame (ogni sei mesi) per l’abilitazione comprensivo di una prova aggiuntiva per potersi iscrivere al registro revisori», ha spiegato Zanetti. Novità in arrivo, inoltre, sul fronte della formazione professionale continua che potrà essere comune. «Tra le modifiche apportate», ha proseguito Zanetti, «ci sarà anche l’introduzione delle sezioni A e B che differenzieranno coloro che svolgono incarichi di revisione da coloro che, invece, non esercitano questo tipo di attività».
Un’iniziativa, quella del governo, accolta con favore dall’Unione giovani che, tramite il presidente Fazio Segantini, ha fatto sapere come «il testo che vedrà la luce è frutto di una collaborazione assidua tra la categoria e il Mef che si è dimostrato molto attento alle richieste che abbiamo inoltrato col tempo». Dopo l’annuncio del viceministro è arrivata immediata la reazione dell’Istituto nazionale revisori legali che, tramite il presidente Virgilio Baresi ha fatto sapere come la categoria sia pronta a non cedere di un passo circa il sostenere la necessità di un esame integrativo vero e proprio. A sottolineare, invece, il valore aggiunto che io dottori commercialisti possono offrire al panorama della revisione legale, sia il presidente del Consiglio nazionale di categoria Gerardo Longobardi, sia il consigliere Raffaele Marcello, che nel corso dei lavori hanno precisato come «l’apporto professionale che è in grado di fornire un dottore commercialista a livello qualitativo è tale che nessuna altra professione su questo punto è in grado di fornire». Tesi condivisa anche Mario Boella presidente di Assirevi, che ha ribadito con forza come quella del commercialista sia l’unica «professione in grado di fornire agli investitori delle informazioni corrette per indirizzare le loro attività». A porre in evidenza, invece, le potenzialità legate all’attività di rendicontazione il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella. «Il fatto che i professionisti possano accedere ai fondi Ue può essere un’occasione per fare sì che i commercialisti si propongano alle regioni come esperti nell’attività di rendicontazione. Così facendo», ha concluso Stella, «si creerebbe un circolo virtuoso in cui sono valorizzate le competenze dei professionisti finalizzate alla creazione di risorse per altri lavoratrici autonomi». E, a proposito di risorse, nel corso della tavola rotonda è emerso come sia necessario che quelle della categoria siano sempre più legate ad attività differenti rispetto alla mera contabilità. «La categoria», ha sottolineato il presidente di Cassa dottori commercialisti Renzo Guffanti, «negli anni si è dimostrata tra le migliori nel sostenere una situazione economica non facile e questo lo dimostra il costante aumento del numero degli iscritti, soprattutto sul fronte femminile. E per fare in modo che questa dinamica migliori nel tempo», ha concluso Guffanti, «i professionisti devono concentrarsi maggiormente sul consolidamento di competenze che sono loro proprie come la revisione».