ITALIA OGGI
Il Cn contro il decreto che non prevede l’intervento dei professionisti
I notai ricorrono al Tar
Nel mirino le srl innovative senza la firma
I notai fanno ricorso al Tar contro la possibilità di costituire società senza l’atto pubblico firmato dal notaio. Il Consiglio nazionale ha infatti deliberato di presentare ricorso al Tar Lazio avverso il dm 17 febbraio 2016, recante modalità di redazione degli atti costitutivi di società a responsabilità limitata start-up innovative, e, di conseguenza contro il decreto direttoriale del 1° luglio 2016 e la Circolare 3691/C-2016, in quanto strettamente connessi e applicativi del dm. In particolare, il decreto del ministero dello sviluppo economico, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 56 dell’8 marzo 2016 e rivisto in parte dal decreto del 7 luglio, attua l’art. 4, comma 10-bis del dl n. 3/2015, predisponendo il modello standard di atto costitutivo e statuto di società a responsabilità limitata sulla base dei principi indicati. Il dl n. 3/2015 dispone, infatti, che l’atto costitutivo e le successive modificazioni di start-up innovative sono redatti per atto pubblico oppure per atto sottoscritto con le modalità previste dall’art. 24 del codice dell’amministrazione digitale. Il dm prevede, in deroga all’art. 2463 del codice civile, che i contratti di srl aventi per oggetto esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi e per i quali viene richiesta l’iscrizione nella sezione speciale delle start-up, sono redatti in forma elettronica e firmati digitalmente da ciascuno dei sottoscrittori, nel caso di società pluripersonale. L’atto costitutivo e lo statuto, ove disgiunto, sono invece redatti in modalità esclusivamente informatica e portano l’impronta digitale di ciascuno dei sottoscrittori. Gabriele Ventura