PROFESSIONI: I tecnici per la ripresa (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

 

 

 

L’analisi del Centro studi Cnpi mostra il valore aggiunto del settore

I tecnici per la ripresa

Più professionalità per brevetti e innovazione

 

 

 

La ripresa economica passa anche dalle professioni tecniche. Ma l’Italia è in controtendenza rispetto al resto d’Europa. Negli ultimi cinque anni, infatti, mentre il numero dei lavoratori tecnici è andato crescendo (+6% tra 2011 e 2015), con punte in Germania, Irlanda e Svezia intorno al 15%, in Italia ha subito una flessione (-0,3%), passando da 3. 939. 000 a 3.925.000 unità. E il dato pesa sul pil. La diminuzione di professionalità tecniche nel paese, infatti, ha avuto come diretta conseguenza una diminuzione dei brevetti, un export limitato e fatturato da innovazione in costante calo. Nuove opportunità di lavoro, però, sono all’orizzonte. Questo il quadro emerso alla luce dell’ultimo rapporto «Innovare per crescere. Le professioni tecnico ingegneristiche motore della ripresa» che il Centro studi Opificium del Consiglio nazionale dei periti industriali ha realizzato a partire dalle banche dati Unioncamere, Eurostat ed Istat, i cui numeri sono stati illustrati ieri, a Roma, in occasione del convegno «Innovare per crescere. Le professioni tecnico ingegneristiche motore della ripresa», organizzato dal Cnpi. Nel corso del convegno è emerso come in mancato rinnovamento di professionalità tecniche abbia influito soprattutto nel settore strategico dell’innovazione. Con 70 applicazioni per brevetti ogni milione di abitanti nel 2014 (10 in meno rispetto al 2004) l’Italia presenta una media inferiore a quella europea (112 brevetti ogni milione di abitanti) e di gran lunga inferiore a quella di Germania (256) e Francia (138), per citare i principali. Nonostante la riduzione della base occupazionale a cui è corrisposto il rallentamento dei processi di ricambio generazionale (con il risultato che su 100 lavoratori occupati in posizioni tecniche intermedie, solo il 35,7% ha meno di 40 anni), sono molti i profili tecnici richiesti dalle aziende. Tra questi spiccano gli analisti e progettisti di software. Per il 2016 sono state previste ben 9.320 assunzioni, quasi il doppio rispetto a quattro anni fa. A seguire i disegnatori industriali (3.500 assunzioni previste, con un incremento del 42,3% rispetto al 2012), i tecnici programmatori (3180, con un incremento del 73,8%), tecnici esperti in applicazioni (2.760), tecnici della produzione manifatturiera (2.580). E proprio per evitare il rischio di bruciare queste nuove opportunità è necessario allineare il sistema dell’offerta formativa, tenendo conto di quelle che sono le esigenze che provengono dal mercato e al tempo stesso dell’esigenza di dotare i futuri tecnici di un bagaglio di conoscenze più finalizzato sotto il profilo tecnico applicativo, ma altrettanto solido dal punto di vista teorico. «Dopo che con la legge 89/16 abbiamo elevato il livello di formazione per l’accesso all’albo», ha spiegato Giampiero Giovannetti, presidente del Cnpi, «è necessario ora proseguire l’azione di riforma del nostro albo per adeguarlo alle necessità dei servizi e della tecnica. Serve un professionista flessibile e adattabile a paradigmi di conoscenza che cambiano al ritmo dell’innovazione».  Beatrice Migliorini 

Foto del profilo di Andrea Gentile

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