IL SOLE 24 ORE
Professionisti. La fotografia del 2015 nel Congresso nazionale di Palermo
Ingegneri, nel privato ripartono le assunzioni
Riparte il mercato delle assunzioni di aziende private, che nel 2015 cresce del 31 per cento. Mentre continua a soffrire il mercato degli appalti pubblici per servizi di architettura e ingegneria, che nel 2015 si ferma a 5,1 miliardi: oltre tre miliardi in meno rispetto al 2011.
Sono queste le due tendenze più evidenti della rilevazione presentata ieri a Palermo dal presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, in apertura del 61° Congresso della categoria. Due tendenze che disegnano un contesto nel quale, per il Cni, è fondamentale razionalizzare il sistema ordinistico, riorganizzandolo su base regionale.
Il dato delle nuove assunzioni di laureati in ingegneria nel settore privato, stando alle elaborazioni del Centro studi del Cni, nel 2015 è stato molto positivo. Dopo un crollo nel 2012, quando i nuovi contratti erano scesi da circa 21mila a poco più di 15mila, nel 2013 e 2014 si è registrata una risalita molto faticosa, arrivando a poco meno di 18mila assunzioni. Il 2015, per la prima volta, fa segnare una piena inversione di tendenza: le assunzioni sono più di 23mila, il 31% in più (5.534 in valore assoluto) rispetto al 2014. «È un dato che dipende principalmente dalla ripartenza dell’industria – spiega il direttore del Centro studi, Massimiliano Pittau -. Il trend delle assunzioni sta tornando su un livello che, per chi ha un titolo universitario in ingegneria, è fisiologico. Siamo tornati a una base di 21-22mila assunzioni all’anno, che ci aspettiamo venga confermata nei prossimi anni».
Questa tendenza positiva viene riequilibrata da una grande sofferenza nel campo dell’ingegneria civile ed ambientale, che dipende dal crollo delle gare pubbliche per servizi di ingegneria e architettura. Secondo i dati del Cni, infatti, l’importo complessivo a base d’asta per le gare di questo tipo, compresi gli appalti integrati, è passato dagli oltre otto miliardi del 2011 (ma nel 2009 i miliardi erano più di 23) ai circa cinque miliardi del 2015.
Questa situazione di sofferenza di una parte del mercato ha portato il Cni ad avviare un ragionamento sulla razionalizzazione del sistema ordinistico. Attualmente, ci sono 106 ordini provinciali degli ingegneri, per un totale di 239mila iscritti: si va da presidi territoriali che non superano i 400 iscritti (Verbania, Biella, Gorizia) ad aree provinciali con più di 10mila iscritti (Roma, Napoli e Milano). «Maggioritaria – spiega il presidente Zambrano – è quella che potrebbe definirsi la dimensione intermedia, tra mille e 3mila iscritti: 56 ordini si pongono, infatti, in questa classe di ampiezza». In questo quadro, c’è un rapporto inversamente proporzionale tra la grandezza degli ordini e la quota versata dagli iscritti: nelle strutture che non superano i 500 iscritti, il versamento medio è pari a 223 euro, mentre negli ordini più grandi, con oltre 10mila iscritti, la quota media pagata è pari a 141,6 euro.
«È abbastanza evidente – dice ancora Zambrano – che al di sotto di una determinata soglia dimensionale diventa più difficile garantire agli iscritti quel set di servizi oggi necessario». Quindi, nei prossimi anni bisognerà guardare alla concentrazione degli ordini. Per il presidente, «dal punto di vista funzionale, l’ambito regionale sembra quello più idoneo». Questi principi saranno allora trasposti in una proposta di legge, che sarà sottoposta al ministero della Giustizia. A margine di questo, conclude Zambrano, «andrebbe anche verificata la possibilità di procedere a un riordino delle professioni dell’area tecnica, che potrebbe portare la professione di ingegnere ad includere profili professionali similari». Giuseppe Latour