PROFESSIONI: Ingegneri per Officina Italia (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Palermo dal 22 al 24 giugno il 61° Congresso nazionale degli ordini della categoria
Ingegneri per Officina Italia
In prima linea per progettare il cambiamento del paese

«Officina Italia. Progettiamo il cambiamento», questo il titolo, eloquente, del 61° Congresso degli ordini degli ingegneri d’Italia, in programma presso il Teatro Massimo di Palermo tra il 22 e il 24 giugno. L’obiettivo quest’anno è quello di approfondire e mettere in risalto il ruolo centrale dell’ingegneria nel processo di cambiamento che investe il paese nei diversi settori: infrastrutture, infrastrutture digitali, medicina, robotica, mobilità, industria.
Mille delegati degli ordini territoriali, in rappresentanza dei 239 mila iscritti, tra ingegneri liberi professionisti, dipendenti di enti pubblici, docenti universitari, provenienti da tutta Italia, si incontreranno per discutere sulla capacità della categoria di incidere, attraverso l’attività svolta, sulla società, migliorando le condizioni di vita e la sicurezza dei cittadini.
L’evento di Palermo si presenta all’insegna della novità. A differenza del passato, stavolta un ruolo centrale sarà giocato dalla base degli iscritti. Le loro proposte, infatti, contribuiranno concretamente ad alimentare la mozione. Inoltre, per garantire il più ampio confronto possibile, i delegati partecipanti ai lavori avranno la possibilità di intervenire con domande e commenti su ciascuno degli argomenti oggetto del dibattito. Quest’ultimo si articolerà attraverso sei temi fondamentali, a suo tempo individuati e approfonditi nel corso dei recenti lavori precongressuali, ai quali hanno partecipato i delegati degli ordini territoriali.
Innovazione e professione digitale. Il primo ambito di discussione su questo tema sarà quello della diffusione dell’innovazione e del ruolo degli ingegneri. In particolare, la riflessione dell’ingegneria italiana deve partire dal contesto globale analizzando le tendenze socio-economiche, per arrivare dentro le cosiddette tecnologie abilitanti che possano consentire la definizione di linee operative di intervento nell’industria e nelle infrastrutture. Il secondo ambito di discussione riguarderà le necessità che in un sistema complesso, come il mercato dei servizi di ingegneria, sia presente un’interazione, chiara e regolamentata, tra individui, asset e organizzazioni (Pa, operatori economici, industria, professionisti). Quindi si affronterà la questione di una più efficace trasmissione alla collettività dei valori aggiunti che la figura dell’ingegnere dell’informazione è in grado di fornire nella moderna epoca della digitalizzazione. Infine, ci sarà un approfondimento sul Bim che dovrà essere inteso non semplicemente come una nuova tecnologia a disposizione per la progettazione, ma come un processo chiave dell’ingegneria.
Conoscenza, competitività, competenze nel mercato del futuro. Questo modulo della discussione parte dalla constatazione del fatto che in Italia l’offerta formativa ingegneristica è diventata molto vasta e disomogenea e per questo nasce l’esigenza di distinguere le nuove figure professionali tecniche dagli attuali ingegneri iscritti alla sezione B, a tutela dell’intera categoria degli ingegneri iscritti ad entrambe le sezioni. Per quanto riguarda la competitività, viene considerata strategica l’attività di formazione e aggiornamento continuo finalizzata a sviluppare la conoscenza e capacità di innovazione. Il tutto attraverso un approccio che favorisca la creazione dei luoghi fisici, virtuali e iniziative attraverso le quali favorire il confronto, il dialogo, lo scambio di esperienze e l’ascolto di punti di vista diversi. Un processo che deve partire dagli ordini provinciali, con azioni sul territorio, con un percorso che ne permetta lo sviluppo dal basso e la diffusione capillare a livello nazionale. Infine si parlerà di formazione iniziale e continua dei professionisti, mettendo in evidenza la necessità di mantenere alto il valore della preparazione accademica dell’ingegnere e, al tempo stesso, il livello delle conoscenze.
Ambiente, sostenibilità e territorio. Come si sostiene da tempo, il futuro è nella Smart city. Per realizzare questo modello, è necessario analizzare i dati relativi ai consumi energetici, agli spostamenti delle persone e ai mezzi di trasporto impiegati, nonché ai flussi informativi. Inoltre, è necessario garantire una maggiore integrazione fra la progettazione urbanistica e le tecnologie dell’informazione, introdurre e rafforzare la regolazione automatica di alcuni usi energetici e contribuire alla creazione di reti intelligenti di mobilità ed energia, che consentano un’organizzazione più efficiente del traffico locale e delle aree di sosta dei veicoli. Si discuterà di questo e di energia e sicurezza, a proposito delle quali il quadro normativo è caratterizzato da una notevole frammentarietà e disomogeneità. Per gli ingegneri è necessaria la realizzazione di un testo unico sull’energia e la sicurezza, in cui far confluire tutte le disposizioni attualmente poste a disciplina della materia, provvedendo successivamente all’abrogazione delle stesse. Quanto al rischio ambientale, si approfondirà la necessità di riconsiderare il ruolo dell’ingegnere, soprattutto al fine di rafforzarne il peso nelle procedure da adottare nelle fasi di previsione, prevenzione, gestione e superamento del rischio. Su rigenerazione urbana e consumo del suolo si partirà dalla considerazione che l’attuale legislazione nazionale, regionale e degli enti locali è superata. Infine, sul tema dell’inquinamento atmosferico, si tenterà di spiegare come perseguire l’obiettivo di una sua riduzione significativa, ancora lontana.
Professione ingegnere: ruolo e responsabilità. In questo modulo della discussione centrale è la questione della prestazione, dei suoi minimi qualitativi e del relativo equo compenso, in un’epoca in cui è venuto meno il punto di riferimento rappresentato dalle tariffe. Poi c’è la questione dell’erogazione dei compensi, con particolare riferimento allo Split payment dal lordo al netto. Infine, l’annosa questione delle società di ingegneria sulle quali occorre avviare una profonda riflessione su chi e cosa siano esse siano, per conoscere meglio come funzionano e come si costituiscono. Con lo scopo di avviare un percorso di approfondimento sulle competenze dei campi di attività delle società di ingegneria per avvicinarle al mondo ordinistico.
Manifattura 4.0. I processi legati alla cosiddetta Manifattura 4.0, ovvero alla crescente integrazione tra tecnologie digitali e processi produttivi di tipo industriale, rinviano a un concetto più ampio di digital transformation, ambito in cui l’ingegneria, nei suoi diversi settori di specializzazione, svolge un ruolo chiave ed è profondamente coinvolta. Questo tipo di innovazione spinge gli ingegneri ad acquisire nuove competenze specie nell’ambito della progettazione. Per questo motivo ci si interrogherà su come possano gli ingegneri svolgere, in questo processo, un ruolo da protagonisti. In particolare verranno approfondite tre linee di intervento: definire una visione strategica sui principali aspetti connessi alla trasformazione dell’industria, alla rapida diffusione delle tecnologie digitali, all’impatto delle nuove tecnologie sui sistemi produttivi; rafforzare e garantire un più intenso protagonismo dell’ingegneria dei processi legati alla Manifattura 4.0 e alla digital transformation; avvio da parte del Cni di una chiara strategia di attrazione degli ingegneri dell’informazione e degli ingegneri industriali nel sistema ordinistico.
Ordini professionali. Si discuterà delle funzioni istitutive degli ordini che oggi necessitano di una riforma che apra a nuovi elementi, con un modello di rappresentanza che insegua una nuova efficacia per incrementare i rapporti con la politica e i media, trasformandosi in opinion leader. Particolare attenzione sarà dedicata all’assetto e al ruolo delle Federazioni regionali che sono presenti in quasi tutte le regioni come via intermedia tra gli ordini e il Cni.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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