LA REPUBBLICA – Affari e Finanza
La lunga strada delle liberalizzazioni non è finita
[LA SCHEDA] È cominciato 10 anni fa il primo tentativo di liberalizzazione dei servizi notarili. Fu Bersani che, con la legge 248/2006, per primo abrogò l’obbligo di tariffe minime, e intaccò uno dei settori di esclusiva competenza dei notai, ossia il passaggio di proprietà delle autovetture, consentendo al cittadino di rivolgersi anche ad altri soggetti. Un secondo attacco all’esclusiva dei notai, questa volta in materia societaria, si è avuto nel 2008, quando, con la legge 133/2008, si è consentito ai commercialisti di ufficializzare, mediante il deposito nel registro delle imprese, il trasferimento delle quote di Srl. Il Governo Monti ha continuato sulla strada dei piccoli passi, prevedendo con la legge 27/2012 un aumento di 500 sedi notarili, portandole da 5.779 a 6.279. Si è poi allargata la loro competenza territoriale, passando da quella del distretto notarile (92) a quella della Corte di appello (26). Con questo provvedimento sono state definitivamente abolite le tariffe professionali. Era stata inserita nel Ddl Concorrenza nel 2015 la norma che consentiva agli avvocati l’autentica della firma per la vendita di immobili non residenziali (box, negozi, terreni) con valore catastale inferiore a 100mila euro. Ma questa disposizione è stata stralciata durante l’esame del Parlamento. (m.d.p.)