ITALIA OGGI
Longobardi: la riforma ingessa le imprese
SAB. 18 – Modificare nel merito e nel metodo le nuove norme in materia fallimentare. Perché, puntando sul concetto della migliore soddisfazione dei creditori, ingessano l’imprenditore e alterano i diritti dei soci. È quanto emerge, tra l’altro, dal documento inviato dal Consiglio nazionale dei commercialisti alla commissione giustizia della camera che sta esaminando il dl 83/2015, recante «Misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria».
Il Consiglio nazionale, oltre a formulare una serie di proposte di modifica, esprime le sue perplessità sul provvedimento, sia nel merito sia nel metodo. «Alcune scelte effettuate dal governo», afferma il presidente, Gerardo Longobardi, «non sono condivisibili sia per quanto attiene alle materie oggetto dell’intervento, sia per quel che concerne lo strumento utilizzato». Più in generale, i commercialisti non condividono la scelta di intervenire nuovamente sulla legge fallimentare. «La stratificazione di provvedimenti normativi che vengono inseriti nell’ordinamento a breve distanza gli uni dagli altri», conclude Longobardi, «senza opportune riflessioni e senza la necessaria attività di coordinamento tra i differenti estensori delle norme, le differenze di prassi registrate in ambito locale e, nei tribunali più grandi, anche nell’ambito delle stesse sezioni fallimentari, rappresenta a nostro avviso, un motivo ostativo all’ennesima rielaborazione del diritto fallimentare». Gabriele Ventura