LA REPUBBLICA – Affari e Finanza
“Nel nuovo albo dei consulenti anche le persone giuridiche ma con responsabilità certe”
FINECO ENTRA NEL FTSE-MIB, L’INDICE DELLE 40 SOCIETÀ A MAGGIORE CAPITALIZZAZIONE. MAURO ALBANESE, DIRETTORE COMMERCIALE DELLA RETE FINECO, SPIEGA LE STRATEGIE E COMMENTALA NUOVA RIFORMA
Venerdì scorso FinecoBank ha debuttato al Ftse Mib, che rappresenta le 40 società più importanti di Piazza Affari e vale all’incirca l’80% della capitalizzazione totale del listino milanese. Un riconoscimento del percorso di crescita realizzato dalla società del gruppo Unicredit, caratterizzata da un modello di business integrato tra banca diretta e rete di promotori. Una categoria, quest’ultima, alle prese con un processo di trasformazione alla luce del debutto dell’albo unico della consulenza, come racconta Mauro Albanese, direttore commerciale della rete Fineco.
Nei giorni scorsi anche la Consob ha operato il cambio di denominazione nei suoi documenti ufficiali, da promotori a consulenti finanziari. Si può dire che il percorso è completato? “Sì, dopo anni siamo arrivati all’approdo auspicato, che riconosce a noi professionisti un ruolo di gran lunga più ampio rispetto a quello di collocatore di prodotti d’investimento. Ma, più della denominazione, è fondamentale il rapporto di fiducia che si crea con il cliente.
L’investitore guarda alla sostanza prima ancora che alla forma, privilegiando professionisti che dimostrino di fare il suo interesse”. Come giudica l’ormai certo rinvio della Mifid II al 2018? “Lo slittamento di un anno cambia poco, dato che la direzione è da tempo segnata. La normativa internazionale degli ultimi anni si è mossa in direzione di togliere progressivamente spazio a possibili conflitti d’interesse e la Mifid II sarà il compimento di questo percorso. In Fineco siamo in linea con questi principi già da anni, avendo scelto di indicare con trasparenza i costi commissionali e di offrire una gamma molto ampia degli strumenti di investimento disponibili sul mercato”. Si è fatta strada l’ipotesi di aprire l’albo consulenza alle persone giuridiche. “Non sono a contrario a priori, ma occorre definire con attenzione le responsabilità delle singole parti in caso di problemi operativi con la clientela. Occorre che non si abbassi la guardia nella trasparenza di rapporto tra società mandante e professionista, che vedo a rischio nel caso si consentano società troppo articolate. Se invece parliamo di una squadra di tre-cinque professionisti, con competenze e responsabilità puntualmente definite, il controllo da parte delle autorità diventa più agevole, con tutele adeguate per i risparmiatori”. (l.d.o.)