PROFESSIONI: Nella sanità finisce l’era delle categorie senza ordine (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

I procedimenti disciplinari e introdotte norme per la lotta all’abusivismo
Nella sanità finisce l’era delle categorie senza ordine

Dai livelli essenziali di assistenza alla riforma delle professioni sanitarie. Dalla lotta senza quartiere all’abusivismo professionale, alla riforma dei procedimenti disciplinari interni. Niente è stato lasciato indietro nel ddl Lorenzin (S-1324), approvato dal senato in prima lettura nei giorni scorsi e pronto per l’esame da parte della camera (si veda ItaliaOggi del 25 maggio 2016).
Un iter, quello del ddl che porta la firma del ministro della salute, che ha avuto inizio nell’inverno del 2014 e ha visto il coinvolgimento diretto di tutte le 31 categorie professionali orbitanti nel panorama sanitario. Il tutto, per un totale di soggetti potenzialmente coinvolti dalle disposizioni che si aggira intorno al 1.200.000.
Colonna portante dell’impianto normativo, la vera e propria riforma degli ordini e dei collegi delle professioni sanitarie. In particolare, per ostetriche e infermieri è prevista la trasformazione da collegi provinciali a ordini provinciali. Per quanto riguarda, invece, il collegio dei tecnici di radiologia è previsto un ulteriore passaggio. All’interno dell’Ordine la cui denominazione diventerà «Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione» confluiranno, infatti, non solo i collegi dei tecnici di radiologia, ma anche tutte le professioni sanitarie al momento non ordinistiche. Per queste, infatti, è prevista l’istituzione di un albo per ciascuna che, a sua volta, confluirà all’interno del macro ordine. Ogni insieme di ordini, infine, a livello nazionale sarà organizzato in Federazioni. A trovare spazio nel testo, dopo non poche difficoltà, sono stati anche gli osteopati e i chiropratici. Queste, infatti, diverranno professioni sanitarie a tutti gli effetti. Previsto, inoltre, il passaggio sotto la vigilanza del Ministero della salute degli ordini delle professioni dei biologi, degli psicologi nonché dei chimici e dei fisici e l’istituzione presso l’Ordine degli ingegneri dell’elenco nazionale certificato degli ingegneri biomedici e clinici. Addio, poi, ai dubbi circa la natura degli ordini. È stabilito, infatti, senza più possibilità di dubbi al riguardo, che gli ordini dovranno essere qualificati come enti pubblici non economici e, quindi, organi sussidiari dello stato a tutti gli effetti, «con la mission di tutelare gli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale, con propria autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare, sottoposti alla vigilanza del Ministero della salute», si legge nella nota diffusa dall’Ipasvi (la Federazione nazionale dei collegi infermieri) nei giorni scorsi, «finanziati esclusivamente con i contributi degli iscritti, senza pertanto gravare sulla finanza pubblica». Loro compiti specifici, poi, quelli di: tenere e rendere pubblici gli albi delle rispettive professioni, verificare il possesso dei titoli abilitanti all’esercizio professionale e valutare le attività di formazione continua. Sempre per ciò che riguarda gli ordini, inoltre, è stabilito che essi dovranno sottostare alle regole in materia di trasparenza e accessibilità alle informazioni. Disposizioni, a cui si aggiungono anche quelle relative alla riforma del procedimento disciplinare, per il quale dovrà essere garantita la «separazione della funzione istruttoria da quella giudicante. In ogni regione, quindi», ha spiegato l’Ipasvi, «saranno costituiti appositi uffici istruttori di albo a cui partecipano, oltre agli iscritti sorteggiati tra i componenti delle commissioni disciplinari di albo della corrispettiva professione, anche un rappresentante estraneo alle professioni medesime, nominato dal ministro della salute».
Capitolo a parte per quanto riguarda l’esercizio abusivo della professione. Su questo fronte, infatti, sono state inasprite le sanzioni penali per chi compie reati ai danni delle persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture socio sanitarie residenziali o semi- residenziali. Beatrice Migliorini

Foto del profilo di Andrea Gentile

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